2013
Juventus-Napoli: la differenza è nella testa
La sfida scudetto tra Juventus e Napoli alla fine è terminata 1-1. Un risultato che va bene ai campioni d’Italia, non tanto ai partenopei che per riaprire il discorso per il titolo avrebbero dovuto vincere. Ma al di là del risultato e degli episodi che hanno fatto e faranno ancora discutere a lungo (mancata espulsione di Cavani per la gomitata a Chiellini ed episodi da rigore) c’è un dato eclatante da mettere in risalto: nel primo tempo la Signora ha dimostrato di non avere rivali. Può perderlo soltanto lei lo scudetto.
NO AVVERSARI – Il Napoli non è stato assolutamente all’altezza della situazione e per tutto il primo tempo è rimasto sulle gambe, impaurito e teso a causa della tensione accumulata in settimana e della pressione della gara. La squadra di Conte, invece, ha dimostrato di essere superiore sia dal punto di vista fisico che tattico. Fino al gol di Inler deviato da Bonucci i partenopei avevano sbagliato tutto: la palla scottava e le gambe tremavano. Se Vucinic avesse sfruttato le due occasioni capitategli davanti a De Sanctis, il primo tempo si sarebbe chiuso sul 3-0 facendo calare il sipario sulla gara ma probabilmente anche sullo scudetto. Ed invece il calcio è bello perché è imprevedibile: nonostante il dominio nei primi 40 minuti la Juve ha rischiato di capitolare nella ripresa, ma per fortuna Dzemaili ha gettato al vento un gol già fatto.
MENTAL COACHING – Ma la cosa che ha lasciato di stucco ieri sera è stato il diverso approccio mentale. Buffon & C. sono entrati in campo sicuri dei propri mezzi e con gli occhi della tigre, quelli che Conte vuole sempre vedere in campo per ‘sbranare’ gli avversari. Inoltre hanno suonato uno spartito tutti insieme e lo hanno fatto a memoria. Gli uomini di Mazzarri, invece, hanno permesso alla paura di prendere il sopravvento e hanno dimostrato di non avere uno spartito tanto lineare da suonare in questo periodo. Gli azzurri fino all’ultimo si sono affidati solo al guizzo dei singoli, avendo anche fortuna. Ieri sera il messaggio arrivato da sotto il Vesuvio è stato chiarissimo: solo la Juve può perdere questo campionato. Gli avversari sono veramente poca cosa. Sia per meriti dei campioni d’Italia che per propri demeriti. La cura Conte, vero e proprio mental coach di questa squadra, sta facendo il secondo miracolo consecutivo, sperando che la cosa funzioni anche in Champions League. D’altronde se il Milan riuscirà ad eliminare il Barcellona, potrebbe spianare la strada bianconera verso la coppa dalle grandi orecchie.