Il Milan un anno fa: fattori Thiago-Ibra - Calcio News 24
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Il Milan un anno fa: fattori Thiago-Ibra

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Il Milan segna di meno e subisce di più. Questo il responso dopo ventisette giornate in relazione al medesimo dato della scorsa stagione: oggi i gol fatti sono 48 mentre quelli subiti 32, un anno fa erano rispettivamente 55 e 22. Impressionante lo scarto in termini di differenza reti: dal +33 della precedente annata al +16 di oggi.

FATTORE DIFESA: PESA L’ASSENZA DI THIAGO SILVA? – Effetto che si traduce immediatamente sulla classifica: il Diavolo era al primo posto con 57 punti totalizzati, oggi è terzo con 48, ben nove punti in meno rispetto ad un anno fa. E’ oramai certezza acquisita quella per cui, nella stragrande maggioranza dei casi, il titolo vada alla squadra in grado di subire il minor numero di reti nel torneo. Ha inciso la cessione di Thiago Silva, peraltro unita all’addio di Nesta? Probabilmente sì: almeno nelle prime otto giornate, periodo in cui il Milan era nel pieno della sua rifondazione – alle cessioni illustri si sono aggiunti i saluti di cardini di uno spogliatoio vincente quali Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf ed Inzaghi – e non poteva più godere di una base così solida come quella garantita dal miglior centrale difensivo del pianeta.

FATTORE ATTACCO: LA STRATEGIA DEL DOPO-IBRA – Superfluo quanto doveroso ricordare il peso di un centravanti del calibro di Zlatan Ibrahimovic nell’economia rossonera: gran parte dei 55 gol realizzati nelle prime 27 giornate della scorsa stagione sono arrivati direttamente da giocate dello svedese o dal suo lavoro spalle alla porta finalizzato all’inserimento dei centrocampisti. L’impatto della cessione non è risultato devastante grazie all’esplosione del talento di Stephan El Shaarawy, alla buona vena realizzativa di Pazzini e – da gennaio e dunque in previsione attuale e futura, vera strategia societaria alla base della cessione di Ibra – all’approdo di Mario Balotelli: già quattro reti decisive in maglia rossonera ed in prospettiva parte di un attacco strepitoso con il fenomeno Faraone e la potenziale crescita di Niang. L’ex attaccante del Manchester City, a differenza di El Shaarawy che compie un lavoro del tutto differente, possiede anche le caratteristiche fisiche e tecniche per proteggere palla in zona centrale, far salire la squadra ed agevolare l’inserimento dei centrocampisti di ruolo. Come succedeva con Ibra, per intenderci: a giovarne sono e saranno calciatori con le caratteristiche di Boateng e Nocerino.

I MERITI DI ALLEGRI – Tanti, evidenti. Non è semplice e scontato gestire un Anno Zero come è accaduto al tecnico toscano, eccezionale nel farsi scivolare addosso le critiche – interne ed esterne – piovutegli addosso nei primi due mesi della stagione concentrandosi esclusivamente sul suo lavoro. Un lavoro che ha premiato: dopo le prime otto giornate inevitabilmente da incubo, Allegri ha rilanciato con forza il suo Milan, ora realtà solida che viaggia ad andamento scudetto praticamente da un girone intero. Ripianando il deficit di personalità abbattutosi sull’organico dopo le cessioni e gli addii già precedentemente citati e restituendo alla squadra un’identità di gioco: i risultati sono arrivati anche sul terreno europeo, dove il Milan ha asfaltato il Barcellona nell’andata degli ottavi di finale della Champions League e si prepara a completare l’impresa. Se così dovesse essere, tanto di cappello ad un tecnico che potrebbe incredibilmente puntare al colpo grosso mai neanche sfiorato con Thiago Silva ed Ibrahimovic.

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