2013
Atalanta, Bonaventura: “Speravo in un rendimento simile, la Nazionale…”
ATALANTA BONAVENTURA – Uno dei protagonisti principali dell’ennesima buona stagione dell’Atalanta, risponde sicuramente al nome di Giacomo Bonaventura. Il giovane centrocampista, che con il 10 sulle spalle e un piede fenomenale sta trascinando i nerazzurri verso la salvezza, ha rilasciato un’interessante intervista per Tuttosport, nella quale si è parlato anche del suo futuro: “Lo scorso anno ho visto che cosa è la A, mi sono ambientato. In questo mi aspettavo di riuscire a fare certe cose. Mi trovo bene nel 4-4-2 di Colantuono, esterno sinistro. Mi inserisco in corsa, lontano dall’area e per un difensore non è facile. Lo scontro di domenica con Bucchi? Lo vedevo come un fenomeno, ero un suo ultras. L’ho conosciuto quando sono diventato un giocatore. Domenica lo saluterò, gli farò un “in bocca al lupo” e gli dirò che ora lui deve guardare me. I miei gol per la salvezza? Sono consapevole di aver segnato due gol importanti a Siena, ma non ne faccio mai una questione personale. Siamo stati bravi a reagire a settimane complicate. Siamo a +9, più tranquilli. Il segreto è stato non perdere mai l’equilibrio. Quando sono arrivato in A vivevo tutto a 100 all’ora: mi esaltavo ai gol, mi abbattevo dopo una prestazione negativa. La qualità va dimostrata tutte le settimane: la tranquillità è venuta con il tempo. Il rapporto con Colantuono? Martella ma fa giocare chi gli serve, senza guardare nessuno in faccia. Con i giovani è duro, io ormai sono corazzato… Sono qui da tre anni, ho legato con chi è da più tempo a Bergamo: Bellini, Raimondi, Consigli. C’era anche Peluso. Il mio futuro? Ho un contratto fino al 2016, è ovvio che mi prepari per una big, come tutti. Una grande ti dà la possibilità di vincere trofei, ma qui l’affetto della gente è incredibile e festeggiare la salvezza è come vincere una coppa. E l’anno prossimo partiremo finalmente senza handicap. Se spero in una chiamata di Prandelli? Lui guarda al rendimento, io devo pensare a migliorare ancora e a essere costante. Quando sei giovane e giochi bene un po’, pensi all’Italia. Ma da qui a dire che valgo l’azzurro… La Nazionale è una cosa seria.“