2013
Il Caso – Monaco, crocevia delle speranze bianconere
Era l’8 dicembre 2009 quando l’anemica Juventus di Ciro Ferrara (quella del Cannavaro-bis, Melo, Poulsen, Diego e Amauri) usciva surclassata dal confronto con il Bayern Monaco di Luis Van Gaal, sceso a Torino con l’obbligo di vincere. E vittoria fu: un 4-1 pesantissimo che condannò i bianconeri, illusi dal momentaneo vantaggio di Trezeguet, all’Europa League e ad una delle stagioni più deprimenti della storia juventina. Quattro anni dopo, molto cose sono cambiate e quasi tutte sulla sponda torinese. I bavaresi sono forti come lo erano allora; la Juventus è tutt’altra cosa rispetto a quella informe del malinconico interregno di Ferrara.
Il sorteggio di Nyon ha probabilmente rifilato ad Antonio Conte e alla sua squadra l’avversario più ostico e tenace ma sarebbe stato forse più complicato vedersela con il Barcellona, capace di qualsiasi diavoleria calcistica al “Camp Nou”, o il Real Madrid imbottito di individualità e aiutato da arbitri (come da tradizione) e buona sorte.
Sarà una sfida equilibrata, anzi, equilibratissima e proprio per questo decisa da dettagli e particolari. Uno di questi, ci pare a vantaggio della Juventus ed è il fatto di giocare la prima partita in trasferta. Presumibile che i bavaresi possano essere più preoccupati dal non prendere gol in casa che dal realizzarli: avranno insomma tanta pressione addosso e la responsabilità di fare la partita, senza però scoprire la non perfetta fase difensiva (i centrali non sono all’altezza del resto della squadra). Un condizionamento tattico che potrebbe favorire Pirlo e compagni.
Il Bayern è squadra dalla mentalità offensiva che costruisce gioco senza preoccuparsi troppo di distruggere quello avversario. Mercoledì sera contro l’Arsenal ha (distrattamente) provato a gestire il vantaggio dell’andata, rischiando la clamorosa eliminazione. La Juventus avrà quindi l’opportunità di srotolare in campo i propri schemi e il proprio consueto modo di interpretare la partita. Ancora una volta, potrebbero essere decisivi centrocampisti ed esterni con i consueti inserimenti preparati dai movimenti delle punte. I tedeschi soffrono e molto questo tipo di gioco proprio perché più propensi ad attaccare che a seguire l’avversario diretto.
Resta l’enorme pericolosità dell’attacco bavarese: Robben, Ribery, Shaqiri, Mario Gomez, Muller, Kroos, Mand?uki?, sono tutti eccellenti incursori, ben amalgamati dalla calma sapienza calcistica di Jupp Heynckes. La Juventus vanta però la miglior difesa del torneo e tre centrali di livello assoluto: un’ottima base sulla quale fortificare le speranze di qualificazione.
Come sempre accade nei confronti ad eliminazione diretta, sarà vitale segnare almeno un gol in trasferta. La Juventus lo ha fatto ovunque quest’anno, da Londra a Glasgow, a riprova di una capacità offensiva che esula dalla qualità, non eccelsa, dei propri attaccanti di ruolo e che risiede invece nell’impianto di gioco e nella bravura dei centrocampisti.
A Monaco per segnare quindi: difficile pensare di eliminare un avversario così fisicamente e mentalmente solido senza averne scalfito le certezze prima del ritorno nella tana bianconera.