Guangzhou Evergrande, Lippi: «Anche qui sono al top» - Calcio News 24
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2013

Guangzhou Evergrande, Lippi: «Anche qui sono al top»

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L’ex ct della Nazionale ha raccontato la sua avventura con un occhio all’Europa.

GUANGZHOU EVERGRANDE LIPPI – E’ uno dei tecnici più vincenti del calcio italiano, certamente il primo a vincere il mondiale per club (Juventus, ’96) e uno per nazioni (Italia, 2006), Marcello Lippi, che ora sta vivendo la grande avventura cinese alla guida del Guangzhou Evergrande, con cui finora ha vinto campionato e Coppa di Lega. Intervistato dal Corriere dello Sport, il tecnico ha parlato a 360° dello sport più amato del nostro Paese, partendo però dalla sua esperienza: «Adesso abito in una villa che fa parte di un villaggio turistico di proprietà della Evergrande, il colosso economico proprietario del club. Villaggio… diciamo che è un complesso in cui vivono 70 mila persone: come dire una nostra cittadina, come Lucca, per esempio. Ci sono alberghi, centri commerciali, spa, parchi, un fiume, fontane a un quarto d’ora dai campi d’allenamento. Sveglia? Alle 6, come sempre. E nessun problema a tavola. Tra le pochissime cose che non ho cambiato alla squadra è proprio l’alimentazione. La loro è una cucina sana: non usano olio, né burro, poco sale. Mangiamo pasta qualche volta mentre il vino si beve poco. La squadra può mangiare al buffet, buffet libero, granchio compreso, maiale, adesso niente pollo per una nuova emergenza aviaria. C’è la possibilità di scegliere, qualche volta è capitata la carne di cane. Come ho organizzato la squadra? Ho lasciato passare la prima settimana e nei venti giorni di sosta di fine primavera, come adesso, ho cambiato tutto: ho trasformato la palazzina accanto al campo nella nostra casa, il magazzino nel nostro centro di fisioterapia, ho preteso la presenza di uno staff medico costantemente al campo, ho fatto allestire una mini palestra, una sala riunioni, una sala video per studiare le azioni e la lavagna. Ho uno staff da top club europeo, da Pezzotti a Cotti, da Maddaloni a Gaudino, da Rampulla alla collaborazione col professor Castellacci. Capita di andare a giocare in trasferta e anche gli avversari mi vengano a chiedere se posso far visitare dal mio staff un loro giocatore infortunato».

A proposito, invece, di calcio giovanile e di giocatori pronti per l’Europa, Lippi ha spiegato: «La mia squadra è la più importante in Cina, onestamente la più forte, dove hanno le idee chiare. Hanno organizzato una Accademia del calcio, a 70 chilometri da Guangzhou, e io ne sono preside onorario: può ospitare 3 mila bambini, dai 5 ai 12 anni. Hanno 83 campi da calcio, dico 83! 80 sintetici di ultima generazione, 3 con erba naturale, compreso lo stadio centrale. Ci sono palazzi che hanno scuole, refettori, appartamenti dove dormono i genitori dei piccoli calciatori, centri commerciali, dormitori, è tutto in un contesto di viali, alberi, olivi importati direttamente dalla Spagna. E da lì arrivano anche tecnici del Real Madrid. Insomma impressionante. Chi è pronto per l’Europa? Uno è un difensore coreano, Kim Young-Gwon, insomma Kim, che non sbagli. Poi Feng Xiaoting, capitano della Cina, gran centrale difensivo, e Muriqui, brasiliano bomber della Champions asiatica, 7 gol in 8 partite. Poi c’è Elkeson, che ho preso dal Botafogo, per 5 milioni di euro: ha segnato 15 gol in 12 partite. Kim ha 23 anni, potrebbe giocare nel Manchester: avevo parlato di lui con Alex Ferguson».

L’ex ct azzurro ha poi parlato di calcio estero ed in particolare dell’addio di Ferguson e del Bayern Monaco: «L’ho sentito. Io gli dicevo: “ma quando pensi di smettere?” E lui, “no, no, smettere vuol dire stare tutto il giorno con mia moglie…” Un giorno mi disse: “mi piacerebbe che tu venissi qui”. Ma io avevo problemi con l’inglese. Un giorno mi invitò a vedere un derby: United-City. Ero a pranzo allo stadio, c’era Bobby Charlton, che mi fa: “ma lei non ha mai pensato di venire in Inghilterra”. “No”, rispondo “sa è per l’inglese”. “Ah, se è per questo” mi risponde gentile “anche Ferguson non lo parla bene”. Lui il più grande allenatore? Sì, non solo per quello che ha vinto, ma per la capacità di rinnovare, e restare sempre in alto. Pep Guardiola? Il suo Barcellona è stata la squadra più forte di tutti i tempi, per me, perché oltre a vincere tutto, contemporaneamente la Spagna ha vinto due europei e un mondiale con molti suoi giocatori e non c’è nessuna squadra che abbia fatto questo. Pep sa di essere forte, è stato il più bravo degli ultimi dieci anni, sa che è stato scelto da una squadra, il Bayern, che ha dimostrato un’intelligenza, che ha una programmazione che va al di là dei risultati. Un po’ di disagio ci sarà, all’inizio, ma lui sa di essere nella squadra più forte al mondo. Forse è stato anche un bene che abbiano cambiato, probabilmente avrebbero perso motivazioni. Come giocherà il suo Bayern? Non come il Barça, il Bayern è più europeo, verticalizza più velocemente, ha Robben, Ribery. Gomez? Lo venderà. Leggo di Napoli e Fiorentina, è un grande giocatore, ma non è fatto per il calcio di Guardiola. La grande innovazione di Guardiola? Ferguson diceva che la sua invenzione sia stata aver tolto il centravanti, filosoficamente lo fa anche la Spagna. Ma io direi che la grande capacità di Guardiola è stata quella di ottimizzare il calcio spagnolo: la nazionale adesso gioca con Fabregas centravanti».