2013
Galatasaray, Mancini: «Noi bravi e fortunati, la Juventus…»
GALATASARAY MANCINI JUVENTUS – Roberto Mancini è tornato sull’ottima prestazione sfornata dal Galatasaray, che al debutto del suo nuovo tecnico in panchina ha strappato un importante pareggio sul campo della Juventus. L’allenatore jesino, intervistato stamani per la Gazzetta dello Sport, ha ammesso che la fortuna ha in parte aiutato il suo Galatasaray, trascinato comunque dai suoi big, come Drogba e Sneijder.
NON SOLO SOLDI – «In Italia pensiamo sempre ai soldi – ha esordito Mancini, parlando della sua scelta di allenare in Turchia – . Tutti dicono: “E’ andato a Istanbul per denaro”. Premesso che i contratti fanno parte della nostra professione e hanno la loro importanza, ho accettato la proposta perché il Galatasaray è un club di prestigio, partecipa alla Champions ed ha una storia di rilievo. Mi affascina anche l’idea di affrontare una nuova esperienza in un Paese che è un ponte tra Europa e Asia. La Turchia è una nazione con l’economia che galoppa, ma ha una storia millenaria.»
CONTRO LA JUVE – Mancini ha poi proseguito, come detto, parlando della sfida contro la Juventus, pareggiata per 2-2 dopo che il Galatasaray è stato a lungo in vantaggio: «Siamo stati in parte fortunati, ma i giocatori si sono subito messi a disposizione con grande professionalità. Qui ci sono campioni famosi e si può fare un buon calcio. Dopo aver incassato sei gol dal Real Madrid, qualcosa andava modificato. Siamo stati più attenti alla fase difensiva. Drogba? Ha ancora molto da dare, ma lavorando nel modo giusto tutti offriranno un contributo importante. Sneijder? Ha avuto di recente qualche problema fisico, ma a Torino è stato bravo anche lui. Ha fatto quello che gli avevo chiesto.»
JUVE FORTISSIMA – «La Juve è sempre la Juve – ha proseguito Mancini, parlando dei suoi primi avversari da coach del Galatasaray – . E’ fortissima. Ha trovato però un Galatasaray motivato dopo il cambio di allenatore. La Juve può fare bene. Le due sfide con il Real Madrid saranno spettacolo puro. Per noi è l’occasione giusta per approfittarne e rientrare in gioco. I tanti allenatori italiani nei top-team? È la dimostrazione che la nostra scuola è forse la migliore al mondo. Quando sono all’estero, sento l’orgoglio di essere italiano. Abbiamo tanti problemi, la crisi si fa sentire, ma l’Italia resta l’Italia.»