L’attaccante bianconero ha rivelato ulteriori aneddoti sulla sua esperienza in bianconero e non.

JUVENTUS TEVEZ – Nella lunga chiacchierata con la redazione di Tuttosport, Carlos Tevez ha colto l’occasione per svelare il desiderio di parlare con Papa Francesco: «Mi piacerebbe, sarebbe un onore. Spero di riuscire a parlargli un giorno insieme con la mia famiglia, per parlare dei quartieri difficili di Buenos Aires, di solidarietà, delle iniziative che io stesso sto portando avanti. Quello che è successo lì lui lo sa bene. E magari lo inviteremo a una partita della Juve, non importa se tifa per il San Lorenzo: anche se tenesse per il River, non sarebbe un problema».

TIFOSI BIANCONERI – L’Apache ha poi descritto i tifosi bianconeri, confrontandoli con quelli inglesi e sudamericani: «Sono pazzi per la Juve. E pure molto esigenti. Ogni volta che li incontro mi chiedono sempre un po’ di più. La frase ricorrente è sempre la stessa: “Mi raccomando questo, mi raccomando quest’altro…”. È l’unica cosa che ricordo. È come se fossero tanti Conte, anche il mister me lo ripete spesso: “Mi raccomando…”. Gli inglesi sono un po’ più distanti, mentre fra Italia e Argentina non c’è differenza».

BALOTELLI – Sull’ex compagno di squadra (al Manchester City) Mario Balotelli, invece, ha spiegato: «Ho passato due anni con Mario: è una grande persona, di lui ho tanti ricordi belli, aneddoti particolari. Ma non posso raccontarli.  Parlavo molto con lui, sono stato quasi un fratello maggiore. Tutto normale, con un personaggio pazzerello come Mario…».

MAGLIE – A proposito del gioco delle magliette su Twitter, Tevez ha svelato il messaggio che vuole far passare: «L’idea mi è venuta perché per la gente cresciuta con me io sono una sorta di esempio. A differenza di loro, sono stato fortunato a giocare a calcio da professionista. Ma non dimentico mai quelle persone con cui ho condiviso tante cose da bambino. Loro guardano il calcio italiano, guardano me e sono felici. Ancora oggi ho tanti amici in Argentina. Quando posso, vado a visitare i quartieri dove vivono, mi ricorderò sempre di loro».

RETROSCENA – Infine, su un ritorno in Argentina e l’abitudine a dormire da solo ha dichiarato: «Ora sono contento, a Torino si sta molto bene. Ma dopo 10 anni di lontananza, penso a mio padre, ai miei fratelli, agli amici… Se ho chiesto di dormire da solo? Sì, l’ho fatto in tutte le squadre in cui ho giocato. È una questione di personalità, ognuno ha la sua. Per esempio, prima di una partita io non riesco a dormire se è accesa la televisione accesa o l’aria condizionata. Quella sì che fa male…».