2013
Atalanta, Consigli: «Sono rimasto volentieri»
Il portiere nerazzurro è al secondo posto fra i numeri 1 della Serie A con 27 parate in 7 turni.
ATALANTA CONSIGLI – Secondo dopo Rafael per parate e con ben 230 minuti di imbattibilità, Stefano Consigli torna a far parlare di sé: «Le sorti di un portiere sono legate a doppio filo al rendimento della squadra. Ora le cose vanno bene e ho questa mini striscia senza subire reti. Troppe parate? Certe volte sarebbe meglio annoiarsi (ride…). Non sono poche, è vero, ma il dato si riferisce soprattutto alle prime partite quando abbiamo incontrato qualche difficoltà. Ora va tutto bene. Perché le difficoltà? Colantuono questa estate ha giustamente pensato di cambiare qualcosa nell’assetto perché, anche se hai un gruppo che ti segue come il nostro, non puoi chiedere o fare le stesse cose per 2-3 anni di fila. Era giusto provare qualcosa di diverso. La svolta? Dopo la botta di Parma è stato molto utile anche il confronto con Percassi», ha dichiarato il portiere dell’Atalanta ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
MERCATO – Consigli ha poi parlato delle voci di mercato estive: «Sinceramente credevo potesse accadere qualcosa ma non è arrivata nessuna offerta quindi sono rimasto molto volentieri: sono un punto fermo, mi sento importante nello spogliatoio. Vivo a Bergamo da 4 anni, qui sono a casa. Salto di qualità? Ci spero: mi reputo abbastanza completo, so di dover alzare un po’ tutti i parametri e crescere quanto a personalità: mi vorrei più protagonista, più sbarazzino».
OBIETTIVI – Il portiere nerazzurro ha poi parlato di Nazionale e degli obiettivi del club bergamasco: «L’azzurro è il traguardo di ogni calciatore, io farò di tutto per rientrare nel giro prima possibile. Obiettivi? È un torneo particolare: 6-7 squadre giocano quasi un campionato a parte e con loro non possiamo competere. Dietro, però, può accadere di tutto: la salvezza rimane l’obiettivo principale ma non dobbiamo porci limiti».
BUFFON – Il modello da seguire resta Gigi Buffon: «Anche quando ero nelle giovanili il martedì ci facevano studiare le azioni della giornata di A: e già allora Buffon rappresentava un punto di riferimento. Da piccolo mi piazzavo di fronte a un muro e mi tiravo le palline addosso: erano i primi allenamenti (ride…). Ho ammirato anche Zenga e Chilavert, sì, lui, quello delle punizioni».