2013
Russia, Capello: «Italia in terza fila, ma Balotelli…»
Il ct della selezione russa ha parlato dei Mondiali in Brasile e della squadra di Prandelli.
RUSSIA CAPELLO – Dopo una partenza sparata con quattro vittorie consecutive, la Russia si è un po’ persa a metà cammino, ma poi è riuscita a centrare la qualificazione ai Mondiali 2014 in Brasile: «La Russia è una squadra pericolosa. Per chiunque. Abbiamo le potenzialità per un buon torneo, perché i valori tecnici sono notevoli e l’astinenza da Mondiale ha creato un forte appetito. Tutti i miei giocatori o quasi saranno al debutto, nel 2002 c’era solo un giovanissimo Kerzakhov, che giocò pochi minuti. Prima del sorteggio è difficile prevedere come possa svilupparsi il torneo, ma penso che il nostro livello sia da prime otto: diciamo che vorrei arrivare ai quarti di finale», ha dichiarato il commissario tecnico Fabio Capello ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, dove ha ricordato il fallimento con l’Inghilterra nel 2010: «Errori se ne fanno sempre, ma il peggiore in Sudafrica non fu mio. Se l’arbitro (Larrionda, ndr) avesse visto il gol di Lampard, dentro di mezzo metro, avremmo raggiunto la Germania sul 2-2 partendo dal 2-0 per loro: una dinamica di risultato che avrebbe inciso sul morale di una squadra forte ma molto giovane come quella tedesca».
GRIGLIA – Il tecnico italiano ha poi stilato la griglia di partenza per i Mondiali: «La premessa è che si gioca in Sudamerica, e quindi vedo Argentina e Brasile in prima fila. E la sorpresa Colombia. Vincere mi sembra tanto, ma è una squadra di prima fascia, giovane e ricca di talenti consapevoli delle loro potenzialità. Resto sulla Colombia come outsider. Tornando alla griglia, la seconda fila appartiene alla Germania, forte come e più di sempre, e alla Spagna, nella quale continuo a credere. Un filo sotto l’Olanda… E l’Italia? Ci ero quasi arrivato: terza fila con l’Olanda. Poi vedo un’africana, ma scopriremo quale soltanto al Mondiale».
ITALIA – Sugli azzurri, invece, Capello ha dichiarato: «Affrontare l’Italia? Non so se mi piacerebbe. L’emozione sarebbe violenta, immagino che agli inni vivrei un momento difficile, l’appartenenza nazionale è un sentimento che avverto. Però sono un professionista, inutile perfino specificare che cercherei di guidare la Russia alla vittoria. Prandelli? Ha tirato fuori il meglio del calcio italiano costruendo una squadra più che competitiva. Davvero un bel lavoro, peccato per questa storia dell’uscita dalle teste di serie. C’è poco da fare, a questi livelli la cosa più difficile per un allenatore è evitare che i giocatori si rilassino, perché appena succede perdi. A me per fortuna è capitato a metà girone, c’era tempo e spazio per assorbire gli effetti dello scivolone. All’Italia è accaduto sul rettilineo finale, e il danno è rimasto. Balotelli? Non sfuggo a un giudizio tecnico: in campo pesa tantissimo, ha il dna dell’uomo che vince le partite. Ed è un dna rarissimo».
FUTURO – Sulla permanenza in Russia ha concluso: «Le offerte che mi sono state fatte sono di mio pieno gradimento. Col ministro dello Sport la sintonia è totale, da Cinquini a Galbiati e Neri anche il mio staff si è trovato bene, il risultato richiesto è arrivato… Insomma, la direzione è chiara. Anche perché giocare un Mondiale da padrone di casa, e quindi con l’ambizione di vincerlo, è un’occasione irripetibile. Panucci nello staff nel 2018? Mi piacerebbe, ma ho qualche dubbio. Christian ha imparato tantissimo in quest’anno, e il Mondiale gli darà ulteriore esperienza. Ha capito come si vive dall’altra parte, la gestione di un gruppo, la preparazione di una partita, le relazioni con l’ambiente. Lo terrei volentieri, ma immagino che dopo il Brasile qualcuno me lo porterà via con un’offerta da primo allenatore. Ha la stoffa per questo mestiere, vedrete».