FIORENTINA AMBROSINI MILAN – Per Massimo Ambrosini, il trasferimento estivo alla Fiorentina rappresenta quasi una seconda giovinezza calcistica, visto che l’esperto centrocampista pesarese si sta trovando benissimo e si è già rivelato decisivi per la formazione guidata da Vincenzo Montella. Ambrosini ha così parlato, nel corso di un’intervista rilasciata per l’edizione odierna del Corriere della Sera.

LA SCELTA – «Ho scelto la Fiorentina perché dovevo dimostrare qualcosa a me stesso – ha esordito Ambrosini – . Sono soddisfatto.Ma andiamoci piano, siamo soltanto all’inizio. Il rinnovo del contratto? Nessuno mi ha proposto niente e non ci penso. Vivo alla giornata, come ho sempre fatto negli ultimi 4 o 5 anni al Milan. Com’è finita con il Milan? Nell’ultimo mese. Galliani ha cominciato a parlare con me in maniera diversa dal solito… Ogni separazione costa sofferenza. Ma non parlerò mai male del Milan, che mi ha dato tanto.»

MILAN E JUVENTUS – Per Ambrosini, i prossimi giorni saranno speciali, visto che domani affronterà la Juventus e tra un paio di settimane affronterà il suo Milan: «Come mi sentirò? So che sarò emozionato e che sarà una partita speciale. In ogni caso, qualunque sia l’atteggiamento della gente, ho già ricevuto tanto. La sfida con la Juve? È come un derby. Noi ci siamo e vorremmo regalare alla città una vittoria che in casa manca da tanto tempo. Le critiche ricevute dai bianconeri? La verità è che aveva abituato tutti troppo bene. Ora anche il più piccolo cedimento viene interpretato come una novità. Sarà peggio per noi. Avrei preferito trovare una squadra serena e invece sarà arrabbiata. E concentratissima perché dopo Firenze andrà a Madrid.»

LA MIA FIORENTINA – Ad Ambrosini viene chiesto se l’attuale Fiorentina somiglia al suo primo Milan, squadra in crescita e pronta a tornare a volare in Italia e in Europa: «La storia è diversa, anche le caratteristiche e le ambizioni lo sono. Casomai qui è più intrigante perché il gruppo ha margini di miglioramento importanti. Dobbiamo solo trovare una nostra dimensione. Cosa mi ha convinto a venire a Firenze? Il progetto. Nel calcio questa parola si usa spesso a vanvera. Qui, il progetto, c’è per davvero. Qualità di gioco, giovani ambiziosi, un’identità di squadra. Però non si può volere tutto subito. Serve pazienza e lo sviluppo può costarci qualcosa. Come è successo a Milano. I punti persi finora? Almeno 4 punti. Il Cagliari ci ha raggiunto alla fine, il Parma proprio all’ultimo secondo. Ma sullo stomaco mi è rimasta la sconfitta con l’Inter. Avevamo la partita in mano, potevamo al massimo pareggiarla e invece l’abbiamo persa.»