2013
Hellas Verona, Setti: «Europa? No, voglio la Coppa Italia»
Il presidente ha le idee chiare: «Punto sui giovani, il modello da seguire è il Borussia Dortmund».
HELLAS VERONA SETTI – A piccoli passi ha riportato in Serie A l’Hellas Verona, ma Andrea Mandorlini con salti importanti ha condotto la squadra al clamoroso quarto posto in classifica: Maurizio Setti, però, non si esalta, resta con i piedi per terra. «Non mi emoziono mai. Preferisco pensare che ogni gara, anche prestigiosa, non sia comparabile col traguardo finale. Il calcio è la mia passione, ma il tempo mi ha insegnato a contenerla. Il Verona deve crescere in prospettiva, non devo pensare solo all’immediato», ha raccontato il presidente del club scaligero ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
SCUDERIA – Poi ha parlato del suo gruppo di lavoro: «Conoscevo da tempo il d.s. Sean Sogliano. Lo volevo con me già al Bologna. E poi ho evitato che facesse una stupidata (l’intesa col Genoa n.d.r ). Gardini dg? Per fortuna era libero. In quest’esperienza è diventato il mio riferimento principale. Anche perché io in sede vado sì e no 4 volte al mese e da loro voglio un impegno h 24. Mandorlini? Sono contento di avergli dato fiducia. Fa giocare bene la squadra. Gli siamo stati tutti vicini e lo abbiamo aiutato a superare qualche problema d’immagine».
MODELLO TEDESCO – Sui progetti futuri, invece, Setti ha spiegato: «Ora ci alleniamo a Peschiera, ma la mia idea è di avere un centro sportivo modello. Soprattutto per le giovanili. Il modello per me è il Borussia Dortmund. Verona in Europa? Adesso non ci penso. Se proprio devo sognare penso alla Coppa Italia».
LEGA CALCIO – Setti ha poi rivelato di non metter piede in Lega: «Ho sempre ricavato l’impressione che quell’ambiente non fa bene al calcio. Occorre un cambio di mentalità per uscire dalla provvisorietà. Mi sono unito ai sette club che contestano Beretta? Piano. L’ho spiegato anche ad Andrea Agnelli nell’unica volta in cui l’ho chiamato, dandogli del tu. Il Verona si batte per la trasparenza e sui diritti tv chiede soluzioni che diano a tutti la stessa dignità. Ma io non mi schiero a priori. Lo farei solo se maturasse una linea di cambiamento».
NUOVI INVESTITORI – Sull’arrivo di Thohir all’Inter, invece, ha chiarito: «In Premier e in Francia c’è già internalizzazione. I grandi club devono aprirsi a nuovi investitori, a meno che le grandi famiglie non intendano continuare a perdere soldi. Invece penso che per un club medio sia meglio una guida italiana: capisce meglio il territorio. Se mollerò il Verona? Assolutamente no. Per me Verona è il massimo. Solo se dovessi emigrare all’estero. Ma non mi sembra possibile».
AFFARI – Inevitabili i riferimenti al calciomercato: «Fiorentina e Juventus Jorginho? Io sono abituato a portare a termine i miei lavori. Cirigliano? Mandorlini vorrebbe cambiare modulo per fargli spazio. Riscatto Iturbe? Servono 15 milioni per Juan. Dipende da quanto dimostrerà di essere bravo».