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2013

Roma, De Sanctis torna sul luogo del delitto

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Nel 2007 arrivò la discussa separazione tra il portiere e l’Udinese, oggi il ritorno da ex

ROMA DE SANCTIS UDINESE – La sfida di oggi pomeriggio tra Udinese e Roma sarà particolare per diversi giocatori, e sicuramente lo sarà per Morgan De Sanctis, che in bianconero ha giocato per un paio di stagioni, conquistando una storica qualificazione in Champions League, ma arrivando ai ferri corti con la dirigenza dell’Udinese, per un contenzioso legato al suo addio, arrivato nell’estate del 2007, quando De Sanctis approdò al Siviglia.

IL PRECEDENTE – I colleghi della Gazzetta dello Sport, nell’edizione odierna, ci aiutano a riassumere i fatti, che hanno visto come protagonista un De Sanctis deciso ad andare al Siviglia, club che riuscì a strapparlo all’Udinese grazie all’applicazione del celebre articolo 17, che consentì agli andalusi di prendere il portiere per 2 milioni e 250mila euro, nonostante la valutazione di circa 8 milioni di euro fatta dai friulani.

LE DICHIARAZIONI – «Dopo tanto tempo mi piacerebbe recuperare il rapporto coi tifosi – ha dichiarato De Sanctis, sei anni dopo il fattaccio – . Alla fine del 2007 eravamo tutti in un momento difficile: gli ultimi due anni non erano stati semplici. Nessuno ha mai ricordato che ho avuto anche problemi di salute: soffrivo di psoriasi, manifestatasi per una sorta di depressione sportiva. In quel periodo potevo avere una valutazione di 2,53 milioni, ma l’Udinese ne chiese 8. Così l’Atletico Madrid, col quale avevo contatti, virò su Abbiati. Parlai con Gino Pozzo per spiegargli che avevo esaurito gli stimoli, ma rifiutò ogni possibilità di cessione. Non riuscii a parlare nemmeno con Giampaolo Pozzo. Solo allora ho deciso di invocare l’articolo 17.»