2013
Dal calcio al rally: la nuova vita del Piojo, Claudio Lopez
Dall’Olimpico agli sterrati, da Asereje al volante: la metamorfosi sportiva del Piojo
RALLY CLAUDIO LOPEZ LAZIO – Reinventarsi una carriera a 37 anni, lontana anni luce dal mondo calcistico. E vincere, naturalmente. Se ti chiami Claudio Javier Lopez, ma fin da piccolo vieni soprannominato da tutti ‘El Piojo’, questo è possibile. Già, perché il ragazzo nato nel 1974 a Rio Tercero, Cordoba, che da piccolo si dedicava a fare il playmaker a basket, lo ha (ri)fatto di nuovo. Reinventandosi, però, non più calciatore, bensì un pilota di rally. E trovando nel sapore di un allungo sull’asfalto bagnato delle strade di Cordoba una libidine maggiore anche di quella di un gol vittoria nelle notti di Champions League o allo Stadio Olimpico in un match di cartello.
IN EUROPA – E’ la parabola nonché metamorfosi sportiva del Piojo, la cui carriera calcistica parte dal campionato argentino con la maglia del Racing Avellaneda. Arriverà in Italia, nella Lazio di Cragnotti a suon di milioni dopo aver fatto faville nel Valencia prima di Claudio Ranieri (con cui vinse due titoli, ndr) e poi di Hector Cuper, che nella notte del Saint-Denis vedrà sfumare una cavalcata storica in Champions League, tramortita 3-0 in finale dal Real Madrid. Una rosa, quella del club del Mestalla, che annoverava giocatori di prim’ordine come Angulo, Mendieta, Farinos, Canizares, dopo l’addio del baixinho Romario e del burrito Ortega la stagione precedente. Lopez rimarrà per quattro anni col Valencia vincendo due titoli, prima di approdare nell’università del calcio, la Serie A Italiana edizione 2000-2001 che vedeva proprio la Lazio ai nastri di partenza con il tricolore sul petto.
ASEREJE – Tra i tormentoni ‘Pulcino Pio’ e ‘Chihuahua’ de’ noantri, speciale menzione occupa anche “Asereje” delle Las Ketchup, che nel 2002 raggiunge la posizione numero uno delle hits mondiali, dalla Nuova Zelanda all’Irlanda, Italia compresa naturalmente. Ma nulla in termini di popolarità è efficace come un‘esultanza all’Olimpico, ancora meglio se accade in un match di cartello notturno in mondovisione. E’ il 7 dicembre 2002, Lopez, ormai da un anno in Italia (si è presentato con una doppietta in Supercoppa Italiana, ndr) ma nella stagione precedente frenato da un grave infortunio al ginocchio sinistro che ne compromette l’intero campionato, si ripresenta in bellezza davanti ai suoi tifosi. All’Olimpico arriva l’Inter in uno splendido posticipo che finirà 3-3 e l’argentino realizza una tripletta nei primi trentacinque minuti, per poi esultare con il compagno Bernardo Corradi proprio con il balletto protagonista della canzone ‘Asereje’ che in quel momento faceva il giro di radio e televisioni.
GRAND TOUR – Lopez rimarrà fino al 2004 con i biancocelesti (40 gol in 144 partite) per poi iniziare il suo personale tour nei campionati americani. Prima la Liga Messicana con il Club America, vincendo il titolo nazionale e la Concacaf Champions Cup del 2006. Poi l’Argentina con il ritorno al Racing Avellaneda (10 gol in 34 incontri) per poi terminare la carriera nella MLS, prima al Kansas City per poi congedarsi con i Colorado Rapids nel 2011.
RINASCITA – Ma quello che è per molti un punto di arrivo nella carriera sportiva di un individuo, per Claudio da Rio Tercero è soltanto un punto di partenza per cimentarsi, da fondo, in una nuova impresa. Ed ecco che si presenta l’occasione del rally, la terza passione del Piojo, ma da vero e proprio professionista nel Campionato Argentino di Rally. Dapprima nella ‘Classe 3’ con una Mitsubishi Lancer per poi fare il salto di qualità, durante questo 2013, nella massima categoria argentina, la ‘Maxi Rally‘, con una Chevrolet Agile del Tango Rally Team, in coppia con Fabian Cretu. Lo scorso 17 ottobre è arrivata la sua prima vittoria, nel Rally Provinciale, proprio a casa sua, tra le strade in cui è cresciuto, quelle di Rio Tercero. Sicuramente un ‘golazo‘ tra i più belli della sua carriera, chissà come avrà esultato.