2013
Catania, Capuano: «Periodo difficile, ma rieccomi»
L’analisi del difensore sulla prestazione contro l’Udinese ed il momento degli etnei.
CATANIA CAPUANO – Intervenuto in zona mista al termine della partita, Ciro Capuano ha commentato il successo del Catania sull’Udinese. Il difensore del club etneo ha dichiarato: «Venivo da un periodo difficile, non per colpa mia, dato che mi sono sempre allenato. Sentivo che sarebbe arrivata la mia occasione, ma sapevo che mi sarei dovuto far trovar pronto. E questo vale anche per Gyomber, Keko e Maxi Lopez, che in questo momento sono fondamentali. Questo dimostra la forza del gruppo, ci si fida l’uno dell’altro, c’è stato uno spirito di sacrificio e di lotta, abbiamo sofferto insieme. Dovevamo crescere, ora dobbiamo ritrovare altri giocatori, che sono infortunati».
EPISODI – Capuano ha poi parlato del rapporto con la tifoseria e del rigore recriminato dai friulani: «Sappiamo che abbiamo bisogno dei tifosi, come loro di noi. Oggi è stato tutto perfetto, ma domani è un altro giorno. Ora riposiamoci, godiamoci questa vittoria e poi prepariamoci durante la sosta. Rigore? Anche a Napoli noi avevamo un rigore, il calcio ormai è così. Io non ho visto questo tocco di Legrottaglie, sono cose che si possono valutare a casa. Potevamo recriminare anche noi, ma abbiamo rispettato la volontà dell’arbitro».
GRUPPO – Infine, sulle condizioni di due suoi compagni e sul suo legame con il club catanese ha spiegato: «Almiron? Aveva avuto qualche problema in settimana, sta bene ed è importante per noi. Questa settimana sarà fondamentale per recuperare molti giocatori. Maxi Lopez? E’ un giocatore importante, quello che conta per un attaccante è far gol, si è sempre allenato con determinazione e ora sta facendo grandi cose. Merito suo, sono sicuro che continuerà così, perché lo sosteniamo. Ho tanta voglia di giocare, poi qui a Catania ho la mia vita. Se andrò via un giorno, non posso immaginarmi il Catania in un’altra categoria. Abbiamo voglia di lavorare e tirarci fuori dalla crisi, ma la strada è ancora lunga».