Lunga intervista del d.s. della Fiorentina, Pantaleo Corvino, ai microfoni di Radio Toscana. Il dirigente gigliato ha toccato diversi temi inerenti il mercato viola che inevitabilmente si avvicina con la stagione che sta arrivando agli sgoccioli.

Questa mattina La Gazzetta dello Sport aveva suggerito la partenza di Frey, Vargas e Mutu per ripartire, e Corvino ha parlato di tutti e tre indistintamente, iniziando con il romeno: “Questa mattina ho parlato con lui ed il suo procuratore e gli ho comunicato la volontà  di ridurre lo stipendio vista la gravità  della sua azione. Non facciamo mai le cose in silenzio”.

Dopo le conferme sul futuro suo e di Prandelli, Corvino passa a parlare di Frey e Vargas. “Quando faccio un contratto ad un giocatore, sulla società  c’è sempre un grande peso. Non abbiamo mai bloccato nessuno che se ne è voluto andare, perchè Frey sarebbe qui se volesse andare via. Lui è sempre voluto restare in viola e non mi ha chiesto di andare via, come Vargas, per il quale ripeto di non aver ricevuto offerte. Mantovani? Non è nei miei pensieri, non ha mai avuto contatti con me. Kolarov? Ancora non ci abbiamo pensato. Il futuro? Costruire una Fiorentina forte è il mio dovere e farò tutto quello che sarà  necessario per accontentare Prandelli e parlare assieme del futuro”.

Si parla anche di mercato in entrata, ed in questo caso il discorso cade su Munoz e Felipe: “Il primo ci piace e non dico di più. Per quanto riguarda Felipe, non potevo prendere giocatori costosi a gennaio, ed alla fine ho preso Bolatti a poco ed il prestito di Felipe con diritto di riscatto, oltre a Ljajic in prospettiva e Keirrison in prestito”.

Si parla anche di possibili rinforzi in attacco, dove spicca la candidatura di Giuseppe Rossi: “Davanti abbiamo Gila, Mutu e Jovetic. Quando Adrian è stato escluso, sono andato su Rossi, ma mi disse che non voleva lasciare la Spagna ed è difficile convincere un big a venire a Firenze a giocarsi il posto. Di Natale? Crediamo in Jovetic, ne abbiamo il dovere. Il vice-Gila? Presto per rispondere. Babacar è il nostro futuro, un patrimonio da gestire e tutelare. Pinilla? Non è mai stata un’idea. Rocchi? A gennaio ho provato a fare tante cose quando Mutu è stato sospeso, dirle sarebbe come voler trovare alibi”.

Infine, ultima chiosa sulla famosa clausola di Frey: “Cerco sempre ad essere chiaro. Due anni fa si parlava di 18 milioni, ma non è possibile mantenere la stessa cifra, altrimenti io sarei un fenomeno, ed il procuratore uno stupido.”