L’eredità lasciata dall’amichevole del Craven Cottage tra Italia e Nigeria

MONDIALE BRASILE2014 AMICHEVOLE ITALIA NIGERIA – Dopo il pareggio strappato alla Germania nello scenario di San Siro ecco un altro pari con la Nigeria fresca qualificata per il prossimo Mondiale in terra sudamericana: al Craven Cottage di Londra con gli africani termina sul risultato di 2-2, l’amichevole ha lasciato in eredità luci ed ombre per il commissario tecnico Cesare Prandelli.

BALOTELLI-ROSSI FUNZIONA – La tanto attesa coppia gol, assetto originario del progetto tecnico dell’allenatore di Orzinuovi, ha finora trovato sulla via della sua concretizzazione un ostacolo non aggirabile: il calvario inerente agli infortuni occorsi all’attuale attaccante della Fiorentina ha di fatto accantonato un progetto però mai dimenticato. Alla prima occasione buona dunque Mario Balotelli e Giuseppe Rossi hanno fatto tandem e l’Italia ne ha giovato: basta pensare al gol di Rossi, con il centravanti del Milan abile a controllare la palla e suggerire per il movimento di quel Pepito che davanti al portiere non sbaglia praticamente mai. L’opinione personale è sempre stata quella di un attaccante limitato esclusivamente dai devastanti problemi fisici incontrati nello sviluppo della carriera e dunque il suo momento attuale non desta particolare clamore: appena in condizioni atletiche accettabili ha dimostrato il suo enorme talento unito alla personalità di chi sa di valere. Giuseppe Rossi è un attaccante completo che abbina qualità, intelligenza nei movimenti e freddezza letale sotto porta: non a caso è già capocannoniere della Serie A, non a caso sarà un fattore essenziale su cui elevare le ambizioni italiane in Brasile.

RANOCCHIA-OGBONNA NON FUNZIONA – Per un attacco che va a gonfie vele – al netto di un Balotelli (indispensabile, s’intende) che deve solo ritrovare tranquillità e magari passare qualche pallone in più – le alternative difensive proposte nella sfida del Craven Cottage da Cesare Prandelli non convincono: l’inedita coppia difensiva Ranocchia-Ogbonna ha deluso le aspettative lasciandosi sorprendere in più di un’occasione dai movimenti degli attaccanti nigeriani. E’ vero che non dovrebbero essere titolari tra sette mesi in Brasile ma i due difensori – pagati ben quindici milioni di euro rispettivamente da Inter e Juventus – non convincono in pieno neanche nelle fila dei loro club ed è opportuna un’inversione di tendenza sul piano del rendimento per garantirsi una convocazione al momento tutt’altro che certa.

NESSUN ALLARME – La canzone per l’Italia resta sempre la stessa: quando le motivazioni non sono massime la nazionale non rende – è un fattore ripetuto nell’interezza della sua storia – ed ha bisogno delle classiche partite che contano per dare il suo meglio. E solitamente, se si fa eccezione per sparuti casi dispersi qua e là negli anni, in questi casi ha sempre reso. Sarà così anche in terra brasiliana: certamente c’è da descrivere una situazione generale in cui ai nastri di partenza esistono squadre pacificamente più attrezzate della nostra Italia, ma la squadra di Prandelli saprà dire la sua ed esprimersi ai suoi massimi livelli tecnici e soprattutto agonistici. Come del resto accaduto nell’ultimo campionato europeo: da outsider si è sfiorato il colpo grosso arrestandosi solo in finale di fronte alla superpotenza spagnola. Il cammino sotto la gestione Prandelli è illuminato e dunque si impone l’ottimismo: l’Italia c’è e quando conta c’è ancora di più.