2013
Italia, Prandelli: «Rimettiamoci in carreggiata, i tanti stranieri…»
ITALIA PRANDELLI – Cesare Prandelli è tornato a parlare, pochi giorni dopo il doppio impegno della nostra Nazionale contro Germania e Nigeria. Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, il commissario tecnico dell’Italia ha parlato del fatto che gli italiani sono sempre pronti a mettere a disposizione le proprie idee, anche se Prandelli ha ravvisato qualche elemento di disturbo, tra gli stessi cittadini, che ha bloccato proprio questo flusso di idee.
BASTA INVIDIE – «L’Italia ha grandissime potenzialità, ma dobbiamo darci delle regole, degli obiettivi, dobbiamo rimetterci in carreggiata – ha esordito Prandelli – . Non aspettiamo più, seminiamo. Senza gelosie, senza pensare al proprio orticello. Seminiamo e riflettiamo sul fatto che il raccolto sarà per tutti. Di solito gli italiani le idee le hanno sempre avute. Negli ultimi anni sono mancate. Se non hai il denaro per comprarti i campioni, allora te li devi creare in casa. Ecco perché batto il tasto dei settori giovanili. È lì che bisogna investire.»
TROPPI STRANIERI – Prandelli, poi ha parlato dei tanti stranieri presenti nel nostro campionato, che con il loro arrivo bloccano lo sbocciare dei talenti nostrani: «Il problema non è mio ma del calcio italiano, della sua immagine nel mondo. Quando ci presenteremo in Brasile e risuonerà l’inno di Mameli, non bisognerà lamentarsi della scarsa esperienza internazionale degli azzurri. Basta andare a vedere le performance delle nostre squadre in Champions negli ultimi anni. Tutti i c.t. vorrebbero allenare una nazionale in cui raccogliere i giocatori che fanno esperienza con i rispettivi club e la trasmettono al gruppo. Nel mio caso è avvenuto il contrario. Ho dovuto convocare ben più di 60 giocatori perché ne vedo pochi misurarsi in Europa. È stata l’Italia ad arricchire il bagaglio dei giocatori. Eppure non ha lo spazio che merita. In che senso? Il Brasile ha preparato e vinto la Confederations Cup dando la priorità alla Seleçao, i club venivano dopo. Da noi, l’anno scorso, è stata programmata la Supercoppa a Pechino quattro giorni prima di un’amichevole fissata in una data Fifa.»
STADI, CHE INVIDIA – Infine, Prandelli ha parlato degli stadi, uno degli elementi che il nostro ct invidia maggiormente alle altre realtà: «Gli stadi sono giustamente un mantra. L’ultima partita contro la Nigeria l’abbiamo giocata a Craven Cottage, uno stadiolo con 15 mila persone. Ma tutte vicine e comode, pareva che fossero 80 mila. Il contesto aiuta a giocare meglio. All’estero, comunque, si arriva alla partita con uno spirito completamente differente dal nostro. E quando si finisce, se hai dato tutto una pacca sulle spalle e via. Da noi è sempre la partita della vita, si chiamano a raccolta i tifosi, un po’ troppo per quello che in definitiva è un gioco.»