2013
Cagliari, Avramov: «La mia vita da dodicesimo»
CAGLIARI AVRAMOV – Vlada Avramov è stato sicuramente il protagonista della sfida di lunedì sera, in cui il Cagliari è riuscito a uscire imbattuto dall’Olimpico contro la Roma, soprattutto grazie alle sue parate. L’esperto portiere serbo, come si legge stamani sulla Gazzetta dello Sport, ha fatto sapere come non gli pesi il fatto di aver vissuto una carriera da secondo portiere, nonostante abbia avuto le sue occasioni per giocare da titolare altrove.
VITA DA SECONDO – «Da sei anni vivo in panchina – ha esordito Avramov – . Ci chiamano “secondo portiere” ma io non mi sono mai sentito secondo a nessuno. C’è stato un anno in cui, quando ero a Firenze, avrei potuto andare a Parma a fare il titolare, ma la società mi bloccò. La parata più bella di lunedì? Per stile quella su Maicon, come hanno detto tutti. Per difficoltà dico quella su Strootman. Ho fatto gioire la Juve? Mi interessa il giusto, magari tengo a qualche amico che prima della partita si raccomandava, “para tutto eh…”. E alla fine sms di ringraziamento… Ma la mia dedica è solo alle famiglie che qui in Sardegna hanno perso tutto, per l’alluvione. La squadra è vicina a queste persone e ci auguriamo che tutta l’Italia faccia qualcosa per loro.»
DALLA SERBIA – Avramov ha parato anche delle reazioni avvenute nel resto del mondo, negli ambienti a lui più vicini, dopo la prestazione di Roma: «Sono stato titolare solo in B, mai avuta un’occasione in A. La rabbia di tanti anni è venuta fuori tutta insieme. Dopo la partita dieci compagni sono venuti ad abbracciarmi. Ora vorrei rimanere qui, mai stato così bene in un gruppo, anche se devo battere la concorrenza di Agazzi e Adàn. La reazione in patria? In Serbia hanno visto tutti, e dall’Inghilterra il primo a farsi sentire è stato Jovetic, per me è come un fratellino. È il più forte e il più umile, gli auguro il Pallone d’oro.»