2013
Chievo, Corini: «La svolta nel derby, sono tornato perchè…»
CHIEVO CORINI VERONA THEREAU LAZAREVIC RIGONI – Eugenio Corini potrebbe essere considerato davvero l’uomo della provvidenza in casa Chievo, e la conferma è arrivata con la vittoria nel derby vinto contro il Verona. Il nuovo tecnico della formazione scaligera è stato intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, ai quali ha rivelato la sua convinzione in merito a questa vittoria, che potrebbe rappresentare la svolta per il suo Chievo.
DERBY DECISIVO – «Sapevo che stavolta sarebbe stato un po’ più facile – ha esordito Corini – , l’anno scorso molti dicevano che non ci saremmo salvati e invece l’abbiamo fatto con tre giornate d’anticipo. Ora sono partito da una base diversa, ho ritrovato giocatori che conosco bene: non due o tre, ma 14! Come ho vissuto la vittoria nel derby? Mi sono goduto la vittoria a casa. Una cosa molto intima. Cosa mi è rimasto? La sensazione di aver fatto qualcosa di decisivo. Può essere stato la svolta.»
IL RITORNO – Corini ha parlato anche del suo ritorno, soprattutto dopo il suo addio, non senza code polemiche, della fine della scorsa stagione: «Non ci siamo trovati: capita. La società ha fatto valutazioni diverse, ma essere stato richiamato è la conferma di aver fatto qualcosa di importante. Avrei potuto andare in B (Spezia, ndr), ho preferito aspettare le A. Poi ho parlato con il presidente Campedelli, ho avuto le risposte che cercavo, ho visto le partite con Bologna e Milan, ho accettato. Preferirei cominciare a lavorare dal ritiro, è ovvio, con giocatori scelti da me. Però devo dire queste esperienze mi hanno aiutato, facendomi crescere, ho capito come gestire l’emergenza quando non c’è molto tempo da perdere. L’anno scorso ho lasciato una squadra con un’idea di calcio ben definita, e questo mi rende orgoglioso.»
I SINGOLI – In chiusura, Corini ha parlato di alcuni interpreti del suo Chievo, e di alcuni ruoli disegnati da lui per loro: «Thereau finto centravanti? Niente di strano, questo vuole il calcio moderno: l’attaccante che fa movimento, che accetta di sacrificarsi in copertura, che come Thereau può coprire tutti i ruoli. Che ha fisico, piedi buoni, è anche bravo nel gioco aereo. Ecco cos’è e cosa fa il finto centravanti che va tanto di moda adesso. Lazarevic? Una bella sorpresa, aveva fatto un solo allenamento con me perché era via con la nazionale slovena. Giocava poco prima che arrivassi, è stato bravo a cogliere l’occasione. Ma sono sicuro che ci sarà spazio anche per lui. Rigoni leader in campo? Dopo De Rossi e senza considerare Pirlo che ha caratteristiche diverse, è insieme a Conti il miglior regista difensivo che c’è in Italia. Rigoni sente la squadra,sa cosa fare e cosa gli viene chiesto. Insostituibile.»