Serie A, 14^ giornata: Inter - Sampdoria, pagelle - Calcio News 24
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2013

Serie A, 14^ giornata: Inter – Sampdoria, pagelle

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alvarez inter 2013 ifa

SERIE A INTER SAMPDORIA PAGELLE – E’ terminata pochi minuti fa la sfida di San Siro tra Inter e Sampdoria, valida per la quattordicesima giornata della Serie A 2013/14. Di seguito vi proponiamo le pagelle dei protagonisti:

INTER

HANDANOVIC 6: sempre attento, si muove da uomo ragno, non ci riesce sul tiro di Renan.

CAMPAGNARO 6.5: normale amministrazione per il centrale, dalle cui parti c’è praticamente un muro.

ROLANDO 6: svetta sulle palle alte, chiude bene gli spazi, contiene bene le iniziative dello sgusciante Eder.

JUAN JESUS 6: non è al top della condizione, ma non deve stringere i denti, dato che non corrono grossi pericoli dalle sue parti.

JONATHAN 5.5: spinge meno del solito, limitandosi a gestire la fascia di appartenenza e a dar supporto alla manovra dei compagni.

TAIDER 6.5: sradica palloni, sforna bei passaggi: è sempre nel vivo del giocon e sfiora anche l’appuntamento con il gol (dal 62’ KOVACIC, 5: non riesce ad incidere e perde palla, confermando la metamorfosi da promessa ad enigma).

CAMBIASSO 6: si abbassa per far da schermo davanti alla difesa, fa ripartire la manovra e attacca gli spazi quando può, anche se non con costanza.

ALVAREZ 7: con un’invenzione propizia il gol di Guarin, poi alterna giochi di prestigio in avanti a provvidenziali recuperi in fase di copertura, ma pian piano finisce per tirare i remi in barca (dall’86’ BELFODIL, SV).

ZANETTI 6: non ha la benzina per disputare al meglio tutta la partita e la squadra ne risente nel secondo tempo.

GUARIN 6: come le luci di Natale, si accende e spegne ad intermittenza: ha momenti di pausa, ma quelli in cui è attivo illuminano la platea, ma non si sacrifica quando c’è da aiutare la squadra (dall’80’ MUDINGAYI, SV).

PALACIO 6: si muove a tutto campo, rivelandosi la solita spina nel fianco per i difensori avversari, ma oggi manca l’occasione decisiva.

ALL. MAZZARRI 5: inizialmente la squadra fatica ad accorciare, lasciando l’iniziativa al team blucerchiato, poi riesce ad aumentare il ritmo e a cambiare volto al match. Manca, però, il guizzo decisivo, quello necessario per chiudere la partita e certo non ci si può affidare solo a Palacio in avanti. Ciò con la complicità delle difficoltà dei centrocampisti a gestire la partita giustifica il pareggio blucerchiato.

SAMPDORIA

DA COSTA 6: sempre molto attento sulle palle alte e negli anticipi, non può salvarsi in occasione del gol.

DE SILVESTRI 5: si fa disorientare in occasione del gol di Guarin, ma appare confuso a livello generale.

MUSTAFI 5.5: distratto, rischia grosso per qualche disattenzione, meglio in fase di appoggio.

GASTALDELLO 6: chiude bene gli spazi, ingaggia un bel duello con Guarin, poi si arrende per infortunio (dal 42’ REGINI, 5.5: la facilità con la quale si fa superare da Palacio è preoccupante).

COSTA 6: fa infuriare spesso Mihajlovic in panchina per qualche lancio sballato, ma la sua spinta sulla fascia è generosa.

PALOMBO 6: senza qualche clamorosa dormita potrebbe incidere di più nel match, soprattutto perché la qualità non gli manca, come mostra in qualche occasione.

OBIANG 5.5: perde qualche pallone di troppo, commette qualche sbavatura anche in fase di impostazione (dall’86’ RENAN, 6: entra e segna con una rasoiata dalla distanza, non poteva sognare miglior ingresso).

SORIANO 6: si muove bene tra le linee, marca in prima battuta e cerca di spingere in avanti la manovra.

EDER 6: cerca la conclusione, prova qualche suggerimento, cerca di sfruttare la sua velocità, insomma solita prestazione generosa.

GABBIADINI 6: subito pericoloso, si esprime bene da esterno con i movimenti verso il centro area, ha speso tanto, perdendo chiaramente in lucidità.

POZZI 5: un taglio in area è l’unico movimento degno di nota, inconsistente e isolato (dal 72’ SANSONE, 6: entra subito nel vivo del gioco, provando a disorientare gli avversari senza dare punti di riferimento e lottando senza risparmiarsi).

ALL. MIHAJLOVIC 6: la squadra parte subito bene, mostrando iniziativa e confermando che il nuovo modulo non è una forzatura ma un vestito cucito bene addosso dal tecnico serbo, ma la difesa appare tutto fuorché ermetica e i due centrali di centrocampo non riescono nel complesso e al tempo stesso prezioso lavoro di arginare la manovra avversaria e far ripartire bene la propria. Le armi per far male in contropiede ci sono tutte, servono le giuste cartucce e la soluzione spetta alla società, non all’allenatore, che ha dimostrato di poter tirare il meglio fuori dal gruppo.

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