2013
E se ora si mette anche a segnare
Fenomeno Borja Valero: l’analisi di una stagione impressionante
SERIE A FIORENTINA BORJA VALERO – Fenomeno oltre ogni ragionevole dubbio. Ma questo, almeno per quanto riguarda ogni rispettabile amante del calcio, era già affare noto. Qualità e talento mostruosi, l’intelligenza che ti permette di fare sempre la cosa giusta, la continuità del rendimento e quel marchio di fabbrica rappresentato da una classe che fa sembrare banali giocate di evidente complessità.
IL BATTESIMO ITALIANO DEL FENOMENO BORJA – Cardine del 3-5-2, poi riconvertito in un più dinamico 4-3-3 nell’evolversi della scorsa stagione, mediante il quale Montella sin dalle prime battute della sua esperienza in viola ha intrapreso quel lastricato cammino di imposizione all’avversario della propria proposta calcistica: possesso palla ed accelerazioni veloci quanto improvvise, pane per i denti di un calciatore secondo a nessuno sotto il profilo del palleggio e dotato di quella visione di gioco che consente le rapide verticalizzazioni richieste dallo stesso Montella. Il rendimento fu strepitoso: ben tredici assist a fronte di una sola gara saltata per squalifica e dunque continuità di prestazione decisamente impressionante. Ma, è storia nota, non manca mai chi poco intelligentemente vada costantemente a cercare il noto pelo nell’uovo: Borja Valero segna poco. Un solo gol, non importa poi se il suo impiego si sia concentrato esclusivamente sul ruolo di centrocampista puro.
LA RISPOSTA DELLO SPAGNOLO – Borja Valero è uno di quelli che sceglie di lasciar parlare il campo perché forte di un valore che si racconta da sé: nuova stagione, quattordici partite in campionato – disputate tutte per intero – e già quattro gol all’attivo con un dato che se rapportato nel lungo periodo dell’intero torneo lascia intravedere un’annata da dieci reti. Il bilancio va arricchito con cinque assist (giusto per non perdere il vizio) e con la solita totalità di rendimento offerta anche in Europa League, dove il suo personale bilancio vanta un gol e due assist oltre a prestazioni da vero trascinatore. Insomma mancavano i gol: la risposta è chiara ed univoca, lasciato più libero di inserirsi nel nuovo approccio tattico di Montella – che più volte lo ha spostato qualche metro in avanti impiegandolo di fatto da trequartista di un 4-3-1-2 – ha messo in mostra anche qualità assolute da finalizzatore, doti che lo completano rendendolo un profilo di centrocampista tra i più validi ed interessanti del panorama internazionale.
LE AMBIZIONI DELLA FIORENTINA – Già in periodi non sospetti scelsi di scrivere un editoriale, o meglio un’invocazione, in merito all’auspicata convocazione in nazionale di un fenomeno del genere: speranza destinata a restare tale e cadere nel vuoto. Spagna oggi terra di talento impressionante con Del Bosque indirizzato verso altro tipo di scelte. Resta il club d’appartenenza e non è affatto poca roba: il ritrovato entusiasmo della famiglia Della Valle ha portato a ricostruire una Fiorentina di assoluto valore tecnico che ha finora lasciato per strada qualche punto a causa di tre ragioni. La prima: le carenze difensive, manca un portiere affidabile ed un difensore, a patto che sia di valore assoluto altrimenti va bene chi c’è già. La seconda: l’inesperienza nella gestione di diversi vantaggi acquisiti, vedi Parma e Cagliari al Franchi o Inter in trasferta. La terza: l’assenza per infortunio di Mario Gomez. Circostanza che ha momentaneamente privato la Fiorentina di una delle coppie gol più devastanti del panorama europeo e fattore sul quale incentrare le prossime quanto immediate ambizioni di grandezza. Con un Borja Valero nel motore, s’intende.