2013
Fenomenologia della nazionale calcistica della Costa Rica
Andiamo alla scoperta della Costa Rica, la Cenerentola del girone D
REGOLE PER INIZIARE – Allora, innanzitutto Costa Rica si scrive staccato, diffidate da chi vi parla di Costarica, è uno stato e non un cognome. Seconda cosa: Costa Rica si pronuncia Costarrìca, perché la R spagnola va ripetuta più e più volte, è una cosa bella sentire e rende anche più appassionante un certo tipo di persone. Terzo: la Costa Rica è una repubblica, anche abbastanza democratica per quanto ne possiamo sapere, e il suo capo di stato è una donna, tale Laura Chinchilla Miranda, socialdemocratica in carica dal 2010; e in mezzo a tutto questa esaltazione della femminilità è bene ricordare che si dice la Costa Rica e non il Costa Rica, ricordatevelo. La Costa Rica è anche e soprattutto il paese di Oscar Arias Sanchez, nobel per la pace nel 1987. In Costa Rica in ordine decrescente si possono trovare anche moltissime orchidee, la guida a destra, un’elevata percentuale di derrate importate o esportate dagli USA e un paesaggio mozzafiato. Adesso siete pronti per andare in vacanza a San Josè, capitale nazionale, che nel prossimo mese di giugno si animerà in maniera considerevole per i mondiali di Brasile 2014.
CHI SI RIVEDE – La nazionale di Costa Rica è nel gruppo D con l’Uruguay, l’Inghilterra e soprattutto l’Italia, visto che la benevola urna ha voluto consegnare alla storia l’ennesimo caso di recriminazione anti-francese. In maniera molto superficiale noi italiani pensiamo alla Costa Rica come il tipico paese caraibico dove tutti ballano e cantano dalla mattina alla sera e pensano a giocare a pallone solo tra una rumba e l’altra, ergo pensiamo che giocare contro Costa Rica sia come la sfida genitori – figli di fine stagione calcistica, niente di più lontano dalla verità. Come un po’ tutto il calcio mondiale, anche quello costaricano ha goduto di una spinta verso l’alto nel corso della sua storia, soprattutto a partire dagli anni novanta: scherzo del destino la prima volta in cui la nazionale si è qualificata ai Mondiali è stato proprio a Italia 1990 quando, in barba ai pronostici, venne trascinata agli ottavi da Medford (foggiani, ricordate?) e venne schianata dalla Cechia di Skuhravy. Salto temporale fino al 2002 e nuova partecipazione, finita al primo turno come nel 2006 quando mise in piedi uno spettacolare 2-4 con la Germania all’esordio. Costa Rica ha in bacheca anche un bronzo e un argento in Gold Cup e quattro partecipazioni alla Copa America.
CAMMINO – La squadra, guidata dal 2011 dal colombiano Jorge Luis Pinto, ha affrontato in grande spolvero i due gironi di qualificazione della Concacaf e si è piazzata al secondo posto dietro i dominatori degli Stati Uniti sfruttando un’annata non di certo di grazia da parte del Messico, di solito grande avversario degli americani. Su dieci partite del gruppo finale, la Tricolor ha ottenuto diciotto punti figli di cinque vittorie – tutte le gare giocate in casa -, tre pari e due sconfitte. Il cammino degli uomini di Pinto è stato soddisfacente ed è anche frutto della globalizzazione calcistica che ha portato diversi giocatori costaricani a giocare ed affermarsi in giro per il mondo, soprattutto per l’Europa. Parlando del campionato nazionale costaricano va detto della divisione tra Verano e Invierno, un po’ come l’arterua e il clausura argentini, vale a dire che non esiste un torneo unitario ma si designano due campioni per ogni stagione (un tempo queste due campionesse si sfidavano a fine anno, cosa che adesso non avviene più). Dopo un periodo d’oro del Saprissa, è venuto fuori l’Alajuelense, e stiamo parlando di due squadre che storicamente hanno dato tanto al calcio non solo della Costa Rica ma anche a quello centroamericano in generale.
UN PO’ DI NOMI – A proposito della globalizzazione c’è da analizzare l’attuale rosa di nomi di cui dispone il ct Pinto, che curiosamente viene visto spesso in Scandinavia: ben sette dei giocatori nel giro della nazionale giocano tra Danimarca, Svezia e Norvegia, e il motivo tutt’ora è ignoto, molto probabilmente l’autolesionismo climatico (o forse una rete di scouting che permette di prendere giovani giocatori a prezzi stracciati, fate voi). Il giocatore più tecnico è senza dubbio Bryan Ruiz, attualmente al Fulham, una punta che può giocare anche da esterno e che sa tenere palla e attaccare la profondità, non sarà un cecchino ma comunque è pericoloso. Da tener d’occhio anche il decano Saborio, capocannoniere nelle qualificazioni e totem d’attacco con 31 gol in nazionale. Come non parlare poi della stellina dell’Arsenal Joel Campbell? Il classe 1992 attualmente è in prestito all‘Olympiakos Pireo e di lui si parla un gran bene. Ma partiamo dalla difesa dove gioca il talentuoso Oviedo, che ha deciso l’ultimo Man Utd – Everton in extremis, ma troviamo anche pilastri come Diaz (Mainz) e Umana (Saprissa) oppure il 24enne Gamboa. Molto probabilmente Pinto schiererà una retroguardia folta e giocherà di rimessa visto che contro uruguay, Italia e Inghilterra i miracoli stanno quasi a zero ma la speranza è l’ultima a morire (è bene ricordare che, in fondo in fondo, muore comunque).
SI VA A RECIFE – Il centrocampo unisce giocatori agili e discreti tecnicamente, su tutti il centrale Celso Borges, età venticinque anni e faccia alla Charlie Sheen: in Europa league l’anno scorso con il suo AIK ha provato invano a mettere paura al Napoli. A proposito di costaricani che giocano in Scandinavia e hanno affrontato le italiane in Europa (se cercate c’è pure la categoria su Wikipedia), ecco Cristian Bolanos, esterno di spinta che potrebbe mettere in campo la sua esperienza a livello europeo. Ovviamente stiamo sempre parlando della Costa Rica, che per quanto possa voler essere la Cenerentola del gruppo, secondo molti finirà a zero punti. Certo, non è più quella squadra di scappati di casa delle ultime edizioni e il gioco mostrato nelle ultime gare lo dimostra, ma stiamo sempre parlando di un gruppo che, bene o male, è al primo mondiale e difficilmente è abituato a palcoscenici così grandi. Staremo a vedere se arriverà la sorpresa, intanto con la Costa Rica ci rivediamo venerdì 20 giugno alle 18 italiane a Recife. Portatevi l’acqua che farà parecchio caldo.