2013
Inter, Thohir: «Niente spese folli, ma i soldi…»
Il nuovo numero uno nerazzurro non si ispira al modello Abramovich: ecco il piano per l’Inter
INTER THOHIR – Inutile dirlo ancora: in casa Inter si sente odore di rivoluzione. Quella che potrebbe portare il nuovo presidente Erick Thohir che, intervistato oggi per “GQ”, ha parlato di svariati argomenti: tra questi anche e soprattutto quelli calcistici. Sul tavolo un piano di rinnovamento per la squadra nerazzurra che dovrebbe portare nelle casse nuovi introiti, ma senza compiere spese folli.
TI SPIEGO COME FACCIO – Così Thohir: «Nella prima settimana in Italia non mi sono mai fermato. Metto sempre tanta passione in ciò che faccio e questo mi permette di non sentire la fatica. Sono certo che brand e storia dell’Inter possono rendere molto. C’è da cambiare il modello di riferimento: dovremmo ispirarci a quello americano, dove si sfrutta lo sport in modo globale. Bisogna focalizzarsi su un business in modo innovativo. Quando ho comprato la tv indonesiana, c’erano concorrenti più forti, ma noi abbiamo cercato nuove strade e oggi siamo i migliori».
DUE MODI – Ancora, sui modelli a cui ispirarsi: «Nel calcio ci sono due modi di agire: se sei come Abramovich, scegli un club con un brand non ancora al top e lo lanci con fiumi di denaro; se sei un manager come me, prendi una società gloriosa e già famosa nel mondo che deve sistemare i conti. L’Inter è la squadra che seguivo da ragazzo e sono emozionato. E’ vero, sono il più presidente più giovane della Serie A, ma credo fermamente nel ricambio generazionale. L’Italia è un grande Paese e il suo fascino è immutato. Moratti? gli ho detto che è insostituibile. Ho scelto una società pazza, lo so. Ma i margini per aumentare i ricavi ci sono». Su questo sicuramente pochi dubbi.
MONEY MONEY MONEY – Ma quanti liquidi ci sono in cassa? «I tifosi hanno diritto di sognare e non c’è niente di male nel voler vincere. La proprietà, però, ha diritto di essere proprietà e quindi ci vuole pazienza. I soldi? calma, non è che ti presenti da Moratti e gli dici “diventa mio socio”. Loro sono i Moratti e devono verificare le credenziali. Ci vuole un po’ di fiducia. La Pirelli mi ha convinto a investire: stanno costruendo una fabbrica a Giacarta e mi hanno detto di questa opportunità. Ci saranno le novità, ma a tempo debito, quello necessario per conoscere uomini e territorio». Attendiamo le sorprese.