2013
Inter, Mazzarri: «Napoli, ti dico tutto»
L’allenatore nerazzurro parla, in vista della sfida contro gli ex, del recentissimo passato
INTER MAZZARRI NAPOLI – Tanti anni da allenatore su quella panchina non si dimenticano facilmente. Ecco perchè Walter Mazzarri, tecnico dell’Inter, domenica contro il Napoli nella sfida del “San Paolo” un piccolo brivido sicuramente lo proverà. Intervistato da “Il Mattino”, l’allenatore nerazzurro ha raccontato le proprie sensazioni da ex, per la prima volta fuori casa.
MI RICORDO QUANDO… – Così Mazzarri: «Partiamo dall’inizio, dal primo giorno al “San Paolo”, quello della partita contro il Bologna. Si viveva un momento di sconforto, di scetticismo, sugli spalti si vedevano dei vuoti: il clima generale era piuttosto depresso e lo notai nello sguardo dei miei giocatori. C’era da ricostruire. Tutto da fare in fretta perché il campionato era già iniziato e perché Napoli è un ambiente calcistico molto importante. L’esordio aveva quindi grande valore: segnò prima il Bologna, poi fu un nostro monologo e vincemmo nel finale con un gol di Maggio. La vittoria fu molto importante, diede fiducia alla squadra e all’ambiente».
GIOIE… – Poi i momenti belli: «Tantissime gioie. Le gioie me lo sto godendo più adesso perché in quei momenti nascondevo la felicità. Partirei dal primo anno, con una grande rimonta, dopo aver sfiorato la Champions. Poi naturalmente il successo di Torino con la Juve dallo 0-2 al 3-2, successo che mancava da più di vent’anni. Peccato per il record di risultati utili consecutivi sfumato a Udine per un arbitraggio particolare. Il secondo anno passammo il girone di Europa League. E ricordo la grande cavalcata fino alla prima qualificazione in Champions nella partita con l’Inter: quella serata fu una delle più belle. La Champions? Sì, anche quello è un altro ricordo straordinario. Un girone di ferro con la corazzata Bayern, il milionario Manchester City e il Villareal. Una sola sconfitta di misura a Monaco, contro i futuri vicecampioni d’Europa».
E DOLORI – Quindi i momenti brutti: «La sconfitta di Bologna, che ci costò la qualificazione in Europa, ma fu una delusione momentanea. Il mio rapporto con il presidente? Un confronto tra forti personalità, non sempre facile, dai toni decisi e sui quali ho sempre assunto le mie responsabilità e che ha comunque prodotto quattro anni vincenti da tutti i punti di vista. Con tutti i giocatori instauro un rapporto da padre di famiglia, autorevole ma non autoritario. Do molto importanza al dialogo personale così da stabilire un rapporto molto forte, vero, intenso». Allora a buon rendere, vinca il migliore.