2013
Sassuolo: Acerbi positivo, era la cura per il tumore? Rischia 2 anni di stop
Il difensore del Sassuolo positivo al test per la Gonadotrapina Corionica, efficace anche per problemi di ordine genitale. Eppure sarà squalificato, forse per due anni
Come riportato precedentemente, il CONI ha deciso di sospendere Francesco Acerbi in quanto risultato positivo al test anti-doping per la Gonadotropina Corionica. Detta così, sembrerebbe solo un altro caso di doping dello sport da stigmatizzare con la solerzia che ci contraddistingue. In realtà, documentandosi sulla natura della sostanza (appunto, la Gonadotropina Corionica, presente sopratutto in un farmaco chiamato ‘Gonasi’), ci si rende conto che è utilizzato soprattutto dalle donne per combattere l’infertilità in caso di aborti ricorrenti o minaccia d’aborto. Non solo, recenti studi hanno dimostrato che il farmaco in questione sia efficace anche nei ritardi del corretto sviluppo sessuale maschile.
Non è un caso che il soggetto in questione, solo cinque mesi fa, veniva operato per un tumore all’apparato urogenitale dopo una rapida diagnosi. Eppure il difensore del Sassuolo è stato sospeso per la partita contro la Juventus perché non aveva chiesto l’esenzione. Sarà convocato dalla Procura antidoping del Coni, che esaminerà il caso, ma se venisse accertata la mancata richiesta d’esenzione, per il calciatore non ci sarebbe nulla da fare: la sanzione prevista dal codice mondiale Wada è di due anni di squalifica.
Un’ingenuità da parte di Acerbi, certo, ma anche la brutale coerenza di un sistema che rischia di perdersi in un bicchiere d’acqua. E poi, non sarò un medico (è vero), ma proprio non riesco a capacitarmi di come un farmaco utilizzato per combattere l’infertilità possa migliorare le prestazioni sportive di un atleta.