Il 2013 della Juve: un uomo al comando e una macchia da cancellare insieme - Calcio News 24
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2013

Il 2013 della Juve: un uomo al comando e una macchia da cancellare insieme

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conte antonio esulta (braccia al cielo) ifa

L’anno solare bianconero

SERIE A CHAMPIONS LEAGUE JUVENTUS – Si può migliorare una prima posizione? Parrebbe di no se non fosse per la Juventus targata Conte. Che dopo lo scudetto – il secondo consecutivo sotto la gestione del tecnico pugliese – viaggia oggi a ritmi ancor più sostenuti, decisamente bestiali: 46 punti in 17 gare ed una media di 2.7 punti a partita che sta spazzando via le speranze di una concorrenza attrezzata.

2013 PARTE PRIMA – La Juventus è reduce da uno scudetto conquistato con merito e dunque dalle certezze che un titolo così importante porta con sé: squadra di livello assoluto che ha saputo alternare solidità difensiva a devastanti trame offensive seppur – fino alla scorsa stagione – non dotata di centravanti di assoluto valore. L’esplosione di un centrocampo tra i migliori a livello internazionale per qualità e completezza di caratteristiche, il 2013 ha definitivamente consacrato Vidal e lanciato un Pogba in versione fenomeno: ne ha giovato tutta la Juve che in Europa si è inchinata soltanto alla superpotenza Bayern Monaco e che grazie al lavoro di Conte ha visto tutti i suoi interpreti restare costantemente sull’attenti a prescindere dal minutaggio riservatogli. Fattore essenziale nelle squadre che funzionano.

2013 PARTE SECONDA – Lecito attendersi qualche intoppo in termini di motivazioni – almeno in territorio nazionale, difficile mantenere intatte fame e grinta dopo due titoli consecutivi dove per intenderci l’impresa del terzo scudetto di fila non riuscì alla Juventus di Trapattoni come a quella di Lippi – che invece i bianconeri hanno fugato con una risposta impressionante: 15 vittorie ed un pareggio in 17 partite di campionato con l’unico blackout degli oramai storici venti minuti di Firenze in un quadro però assolutamente strepitoso. Impressiona la continuità di rendimento e l’attenzione al singolo particolare, l’abilità nell’inserire in una macchina già perfettamente funzionante calciatori provenienti da culture diverse quali Tevez e Llorente. Meriti da assegnare in primis al direttore d’orchestra: Antonio Conte si è dimostrato in breve tempo un allenatore già fatto ed in grado di gestire le complessità che ogni stagione porta nel suo bagaglio.

L’INTOPPO CHAMPIONS – Eppure in tanti si domandano lecitamente come sia potuto accadere che questa Juventus non riuscisse a qualificarsi alla fase ad eliminazione diretta in un girone di Champions League decisamente alla sua portata: responsabilità evidenti nel non aver chiuso anticipatamente la pratica e ridursi all’ultima partita dove – peraltro in trasferta con eventi imprevedibili che si sono puntualmente abbattuti su un campo di cui già si è discusso abbastanza – tutto può accadere. Resta una macchia importante sullo strepitoso 2013 della banda Conte e, qualora quest’ultimo dovesse scegliere di non interrompere il legame con la Juventus, un punto di partenza per l’aggiornamento degli obiettivi futuri. Per il resto soltanto applausi e lo abbiamo ampiamente ricordato.

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