2014
Torino, Immobile: «Sposto il matrimonio per i Mondiali»
L’attaccante granata sogna di giocare in Brasile con la maglia azzurra.
TORINO IMMOBILE – In soli tre mesi è riuscito a non far rimpiangere l’addio di Rolando Bianchi. A Ciro Immobile non sono serviti solo i gol, ma anche un pizzico di sana cattiveria: «Mi piace il mio ruolo nel Toro, si corre, ci vuole spirito di sacrificio ma è quello che si chiede in un top club. Oggi un attaccante non sta solo ad aspettare la palla. Il mio giocatore ideale è Rooney: nello United gioca più fuori che in area, e segna tanto ugualmente. È la mia tipologia di punta. Era importante scegliere la piazza giusta: Ventura e la società mi hanno convinto, e poi il Torino è un club che non ha bisogno di troppe riflessioni, semmai l’unica preoccupazione era l’accoglienza dei tifosi per il mio passato, è andata bene e li ringrazio: mi sento questa maglia addosso», ha dichiarato l’attaccante del Torino a “La Gazzetta dello Sport”.
OBIETTIVI – Immobile ha parlato poi di obiettivi: «Il mio è di arrivare a 40 punti prima di Pasqua, poi vedremo. Io mi accontento dell’Europa League (sorride alla battuta, ndr ). Dobbiamo continuare così, piedi per terra e fari spenti. A Parma sarà un esame di maturità. Le feste sono sempre una trappola ma ho visto lo spirito giusto anche in questi giorni. In pochi oltre a noi quest’estate ci credevano».
BIANCONERO E AZZURRO – A proposito, invece, del derby e della Nazionale: «Il derby è una gara strana. Magari giochi tutte le partite bene e quella male. Rispetto alla gara di andata siamo cresciuti, stiamo prendendo consapevolezza, sarà più facile affrontarla a viso aperto. A giugno cosa sceglierei tra il matrimonio con Jessica e i Mondiali? Ho messo in calendario il matrimonio a maggio, per scaramanzia. La Nazionale non sarà ancora partita e io sono in tempo a spostarlo. Lo scorso anno l’ho rimandato per l’Euro U21, chissà che non debba rinviarlo per il Mondiale… È l’obiettivo di ogni calciatore, male che vada sarà per il 2018, sono ancora giovane».
NAPOLI – Infine, sui cori contro Napoli e la sua gente: «È triste. Andare allo stadio dovrebbe essere una festa, bisogna tifare per la propria squadra non contro l’avversario o peggio ancora. Siamo la terra del sole, non la terra dei fuochi».