2014
Se i social network fanno saltare accordi lera Thohir parte molto male
Un caso, un caos: Vucinic-Guarin, due giorni di follia
CALCIOMERCATO INTER GUARIN – Tre righe per ricapitolare: i calciatori della Juventus, dal vivo e mediante l’oramai colonizzato Twitter, danno l’addio bianconero a Mirko Vucinic che imbocca l’autostrada direzione Milano per firmare con l’Inter. Mancano le formalità ma sia il montenegrino che Guarin hanno già raggiunto l’accordo con le nuove società: 48 ore di trattativa sui dettagli e il clamoroso dietrofront nerazzurro.
IL CAOS DI DUE GIORNI FOLLI – Senza ripercorrere nel dettaglio le tappe di una trattativa prima di fatto chiusa e poi assurdamente svanita, saltiamo direttamente alle conseguenze: Mirko Vucinic ha sostenuto le visite mediche con quello che sarebbe dovuto essere il suo nuovo club ed ora tornare a Vinovo come se nulla fosse accaduto lo pone in una situazione a dir poco sgradevole. Discorso analogo per Fredy Guarin: il colombiano aveva raggiunto un accordo totale con la Juventus manifestando la chiara intenzione di cambiare maglia destinazione Torino. Considerando i rapporti non propriamente idilliaci tra le due piazze sarà ancor più complesso per il centrocampista indossare nuovamente la divisa nerazzurra: è vero che buona parte dei tifosi si siano scagliati contro questa operazione di mercato al punto tale da bloccarla, è altrettanto indubitabile però che Guarin avesse scelto di lasciare l’Inter.
AFFARE SALTATO PER VOLERE DEI TIFOSI: MA SCHERZIAMO? – Non convince affatto la spiegazione fornita dal presidente dell’Inter Erick Thohir in merito all’esito negativo di una trattativa già concretizzata fino a qualche ora prima: nelle parole rilasciate al sito ufficiale della sua Inter l’imprenditore indonesiano parla di un confronto con la famiglia Moratti che si è concluso con la scelta di non procedere alla formalizzazione dell’affare. Causa vantaggi economici e tecnici non evidenti. Innanzitutto viene da pensare: vantaggi economici e tecnici, Thohir crede di vincere il superenalotto? O di avere nella Juventus un’interlocutrice talmente inesperta da poter chiudere uno scambio che garantisca vantaggi sia economici che tecnici? Insomma: trattare con dei polli? O il pollo è un altro. Ogni scambio che si rispetti – o quantomeno un’altissima percentuale – prevede dei rischi e solitamente una compensazione tra esborso economico e rendimento tecnico. La verità è altrove: la trattativa è sfumata a causa del volere dei tifosi.
CERCASI GUIDA – Ed è palesemente assurdo che una società si lasci condizionare dalla volontà dei suoi supporter nella gestione ordinaria. Ad ognuno il suo ruolo: la proprietà predispone il budget, la dirigenza opera per adeguare l’organico a disposizione dell’allenatore, quest’ultimo allena e i giocatori scendono in campo. I tifosi tifano. E non chiudono o fanno saltare accordi di mercato. Hanno tutta la libertà del mondo nell’esprimere assenso o dissenso sull’operato di un club, ma non spetta a loro il potere decisionale. E la rivolta nerazzurra, anche questa affidata in larga parte allo schermo protettivo che ti dà un Twitter o un Facebook (pensate come siamo ridotti), è stata decisiva, non prendiamoci in giro. Era un’operazione che volevano tutti: in primis Mazzarri (va ricordato: colui che mette la squadra in campo, importante la sua volontà o sbaglio?) alla disperata ricerca di un attaccante da affiancare a Palacio. Perché Milito paga un pesante infortunio e quegli altri due neanche li vede. Se non hai almeno 25 anni con il buon Walter, a meno che non sia un fenomeno, non giochi. E la partenza di Guarin avrebbe automaticamente risolto il dualismo tattico creatosi con Alvarez: deve farli giocare entrambi e paga Kovacic. Il grande investimento dello scorso inverno. Ah, ma è troppo giovane, vero. Intanto i social network fanno saltare le trattative. Come siamo messi male.