2014
Napoli, Jorginho: «Roma, vogliamo il secondo posto»
Il regista italo-brasiliano ha parlato dei suoi inizi, del suo exploit e del club partenopeo.
NAPOLI JORGINHO – La favola di Jorginho è partita dal Brasile e dai sacrifici adolescenziali, quando ha lasciato la famiglia per dedicarsi alla sua passione: il calcio. Non è stato affatto semplice per il giovane regista, che ha saputo sfruttare l’occasione all’Hellas Verona: «A quindici anni sono arrivato a Verona, un Paese nuovo, lingua sconosciuta e la famiglia a ore e ore da me. Mi ritrovai in un convitto, mi davano anche la paghetta: venti euro alla settimana e diciotto mesi difficili, i più duri di sempre. Ma andai al Verona e quella città è diventata la mia seconda casa. Ho conosciuto tre persone che avrei piacere venissero citate: Nicola Fittà, che ora è il mio mental coach; Corrado Alban e il portiere del Verona, Rafael. Non potrò mai dimenticare ciò che hanno fatto per me, standomi al fianco, portandomi tra i loro figli, dandomi il sostegno necessario. Lei sa, venti euro sono il nulla, ci compri niente, non quello che vorresti, pur non avendo grosse pretese. E poi l’affetto, la possibilità di non avvertire la solitudine. Ero ancora un bambino, io. Ma cominciai a ragionare da grande», ha raccontato Jorginho al “Corriere dello Sport”.
IL GRANDE SALTO – Il centrocampista ha poi parlato del trasferimento al Napoli: «Quando sono a Posillipo, dove sono andato ad abitare con la mia compagna, mi capita di fermarmi a rivedere i miei ventidue anni. Devo tanto al Verona e a Verona, che mi hanno aiutato a crescere. E’ stato un corso di formazione accelerato, mi hanno lanciato nella mischia, hanno creduto in Jorginho almeno quanto me. Poi è arrivato il Napoli e ho scoperto negli occhi della gente la soddisfazione per il mio arrivo. E mi chiedevo: ma cosa ho fatto per meritarlo? Sono in debito per le manifestazioni di simpatia, ma sono convinto che ripagherò: io sono venuto qua per vincere e so che rischio di fare affermazioni banali. Ma c’è la storia del calcio, qui; calciatori di profilo elevatissimo e un allenatore che da solo è una garanzia: con lui si può puntare a qualsiasi obiettivo. E c’è una società che ha un progetto ma non per modo di dire: è nei fatti. E un pubblico che fa impazzire».
PIANO DI STUDI – Jorginho ha poi evidenziato le sue qualità caratteriali e il suo particolare “piano di studi”: «Credo di essere intelligente ed equilibrato e lo dico senza presunzione: sono stato costretto a crescere in fretta, prima del tempo. Ho la serenità che mi aiuta ad essere sempre concentrato al cento per cento: ciò non vuol dire che farai tutto bene, ma che proverai a farlo e potresti riuscirci. Credo nel lavoro, pure quello mentale… E non temo le responsabilità, sono qui per prendermele, mi toccano. Quando dico che mi piacerebbe essere un po’ Pirlo e un po’ Xavi non intendo paragonarmi a loro, ma spiego ciò che avverto nelle mie corde e che vorrei poter liberare. Però devo sudare, applicarmi, osservare e migliorare. Chiariamo, allora: i punti di riferimento sono loro due, Xavi che ha velocità di pensiero e di esecuzione e Pirlo che ha capacità balistiche non comuni, perché nessuno sa pescare il compagno al di là dell’avversario. Io intanto non mi pongo limiti, poi vediamo cosa sarò in grado di fare, dove saprò approdare».
CACCIA AL SECONDO POSTO – Infine, Jorginho si sposta sul big match contro la Roma, ma prima chiarisce: «Io capisco Benitez e se non m’avesse lasciato fuori dalla lista dall’Europa League si sarebbe trovato senza difensori. E’ chiaro che avrei preferito giocare, ma quando il mister mi ha parlato non c’è stato bisogno di spiegare. Avrò modo di farlo, se lo meriterò, al sabato, alla domenica. Intanto, contro lo Swansea ho sofferto come un matto; e comunque se dovessimo vincere la coppa, la sentirei anche mia, perché io condivido ogni cosa con i miei compagni. Però adesso abbiamo la Roma, non so se è un vantaggio affrontarla senza De Rossi: so che possiamo ancora afferrare il secondo posto. Per quest’anno sarebbe un bel successo. Poi, più in là, nella stagione prossima, verificheremo se sarà possibile avvicinare la Juventus. Sta meritando, sta andando forte, ha qualità. Ma il Napoli ha fame».