2014
Juve, Fiorentina e apologia della non-generalizzazione
La trilogia di lusso tra questioni di stile, sfotto e qualcosa in più
SERIE A EUROPA LEAGUE JUVENTUS FIORENTINA – Che tra Juve e Fiorentina sia decisamente qualcosa in più di una partita di calcio è oramai storia nota ed è persino superfluo riscrivere la storia dei contrasti tra due realtà d’eccellenza del calcio nostrano: focalizziamo invece l’attenzione sul presente, la trilogia tutta da vivere in dieci giorni di fuoco ha riacceso i riflettori sulla appassionante sfida.
I SOLITI IDIOTI – Quelli ci sono da tutte le parti, del resto lo dice un vecchio proverbio: la mamma dei cretini è sempre incinta. Il rischio ingombrante però, tipico del malcostume italiano, è quello di generalizzare e dunque applicare la stoltezza di una piccola frangia all’intera collettività. E lasciar passare un cattivo messaggio: l’idiozia dei tifosi. Non è così, non può evidentemente essere così: il punto focale resta quello di emarginare le mele marce, chi da una parte inneggia a discriminazioni – “fiorentini massa di ebrei” – e chi dall’altra rievoca la tragedia dell’Heysel. Non c’è nulla di buono in tutto ciò, fosse anche soltanto per un motivo: si perde di vista il senso radicato dello sport per far invece risaltare elementi già preoccupanti a livello di società e dall’effetto ancor più devastante se si fondono con la contesa sportiva.
L’ERA DEI SOCIAL – Contesa lecita finché si ferma agli sfottò, anche questi del resto sale del calcio: un prodotto che, va sempre ricordato, si regge proprio sulla passione del tifo e sull’inestimabile indotto economico che questo genera. Dunque ok alle prese in giro tra supporter di diverse appartenenze: la considerazione, è giusto che gli sfottò provengano da fonti ufficiali delle società? Il tema qui diventa di opinabili vedute. La premessa: non c’è nulla di male a scrivere “Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra quattro giorni, per cena”. A stilarlo è la Juventus dal suo profilo Twitter ufficiale ma, finché decontestualizzato, poco male. Contestualizzato invece, dove va ad incastrarsi in forti contrasti anche e soprattutto a livello societario – che non corra buon sangue tra la famiglia Agnelli/Elkann e i Della Valle è noto anche ai muri – può diventare un’occasione persa. Avrebbe parlato il campo da sé, invece la Juve ha scelto di metterci il carico. Stile Juve o non stile Juve, stile o non stile, questo decidetelo voi.
IL CAMPO – Primo round alla Juve, torniamo al calcio che non è mai una cattiva idea. La prima va ai bianconeri che nel complesso hanno meritato il risultato perché più propositivi e intensi se consideriamo l’intero arco della gara: la Fiorentina ha reagito nella ripresa ma per avere la meglio di una squadra che sta stracciando ogni record di classifica occorre una prestazione totale. E l’innesto di Borja Valero può velocizzare il percorso d’avvicinamento. E’ vero, gli assenti hanno sempre ragione ma lo spagnolo non è un assente come gli altri. E’ invece colui in grado di elevare la qualità del palleggio viola gestendone tempi e modalità, è chi sa legare centrocampo ed attacco, è chi non sbaglia una palla ed ha la personalità per guardare dritto negli occhi qualunque avversario. Arriva l’Europa League e la Fiorentina sa di dover segnare per poi giocarsi tutto nell’Inferno di un Franchi caricato a pallettoni: non resta che accomodarci, lo spettacolo continua.