L’ex ct azzurro ha parlato della Nazionale, ma anche della sua carriera da calciatore e di allenatore.

ITALIA PARMA DONADONI – Dalla grande carriera da calciatore ad un futuro roseo da allenatore: Roberto Donadoni vola alla guida del Parma e i risultati della sua squadra non passano certo inosservati all’estero. La FIFA, infatti, ha deciso di intervistarlo, partendo però dalla sua avventura calcistica da centrocampista: «Platini mi considera il migliore giocatore italiano degli anni ‘90? Sono ovviamente felice per queste parole, ma è stato semplice per me, perché ho giocato in un grande club. Ho provato ad aiutare i miei compagni di squadra giocando al meglio delle mie possibilità. Ho sempre tifato Milan, anche quando ho giocato nell’Atalanta. Gli anni che ho trascorso con Sacchi e Capello sono stati fondamentali per me, mi hanno insegnato tanto e ora cerco di fare lo stesso con i miei giocatori. Ricordi? La prima vittoria in Coppa Campioni nel 1989, il mio primo titolo importante, ma ricordo anche il rapporto con i miei compagni di squadra. Il Milan in quegli anni dominava nel calcio italiano e aveva i migliori giocatori. Un po’ come il Barcellona in Spagna ora», ha dichiarato l’allenatore gialloblù.

NUOVA AVVENTURA – Donadoni ha poi spiegato la scelta di diventare allenatore e la tendenza di molti calciatori ad intraprendere questa strada: «Mia moglie mi ha convinto ad allenatore. Quando ho deciso di smettere di giocare volevo rilassarmi, ma mia moglie mi ha consigliato di intraprendere questa carriera e quando ho finito il corso è capitata l’occasione di cominciare con il Lecce, anche se era in C. Era la miglior occasione per capire se era il lavoro giusto per me e mi è piaciuto sin da subito. Quando hai vissuto una carriera internazionale da calciatore è normale poi diventare allenatori: riesci a trasmettere più facilmente i messaggi e a guadagnarti rispetto. Maldini? Finora non ha preso questa decisione, anche se è ansioso di tornare a lavorare nel mondo del calcio. Non so se vuole allenare, ma di sicuro può dare ancora tanto al calcio».

NAZIONALE – Inevitabile il racconto della sua esperienza da commissario tecnico dell’Italia: «Il passaggio in Nazionale è sicuramente avvenuto in fretta, ma avevo già lavorato in alcuni club. Per me è stato un privilegio, l’inizio di una grande avventura. Ci siamo qualificati agli Europei 2008, dove siamo stati eliminati ai rigori dalla Spagna. Quando sono andato via l’Italia era ancora seconda nel ranking, questo vuol dire che ho fatto un buon lavoro. Per me è stato facile modellare la squadra e costruire un buon rapporto con i giocatori. Sono molto orgoglioso di aver avuto quest’opportunità. Prandelli, con cui ho giocato nell’Atalanta, ha molta esperienza. Condivido la sua visione del calcio, che lo sta aiutando ad ottenere buoni risultati. Mondiali? Potrebbe arrivare in finale l’Italia, anche se non è facile, ma penso che sia possibile. Posso arrivare fino in fondo, tutto dipende dallo stato di forma dei giocatori dopo una stagione lunga e intensa».

PARMA – A proposito delle convocazioni di crociati come Parolo e Paletta e dell’exploit in questa stagione del Parma, Donadoni ha concluso: «E’ una grande soddisfazione per il mio club e per loro. Io cerco di trasmettere ai miei giocatori quello che ho imparato e quando vedo che vanno in Nazionale ricevo ancora più energia e forza. Non credo che il Parma possa tornare grande come negli anni ’90, perché bisogna spendere molto per arrivare a quei livelli e i giocatori stanno diventando sempre più costosi».