2014
Inter, Thohir: «Sagna? Non solo lui, ma Mazzarri ci porti in Europa»
Il presidente nerazzurro ha parlato da Giacarta tra mercato, progetti e obiettivi.
CALCIOMERCATO INTER THOHIR – Amarezza per la sconfitta contro l’Atalanta, ma anche convinzione nel piano triennale per rilanciare l’Inter ai vertici del calcio mondiale. Questo lo spirito di Erick Thohir, che ha subito fatto chiarezza sulle ultime voci: «Ho letto che in Italia vengo descritto come furioso, ma certi giudizi, compresi i riferimenti a singoli giocatori, li ho dati a caldo: come presidente sono il primo tifoso ed è normale che fossi amareggiato per una sconfitta immeritata, giunta in pieno recupero. E soprattutto già alle spalle: ora l’unica cosa che conta è riprendere subito a fare punti. Soprattutto adesso che stiamo costruendo un nuovo progetto, la mia testa è concentrata sull’Inter. C’era un Cda dello United fissato per marzo ma li ho supplicati di spostarlo, perché in quei giorni dovevo tornare a Milano per parlare con le banche… Così mi sono perso anche la loro prima gara di campionato», ha spiegato il presidente nerazzurro ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
BILANCIO – A quattro mesi dal suo arrivo, Thohir ha provato a tracciare un primo bilancio e ha poi parlato del rapporto con la famiglia Moratti, che si inserisce in una precisa filosofia di lavoro: «Acquisire un’azienda di per sé è sempre complicato, figuriamoci se straniera. Ci sono mille aspetti da studiare e valutare. Ma io ho sempre lavorato per trovare soluzioni pratiche, essenziali: non sono uno a cui interessa la notorietà, ho sempre preferito il basso profilo. Tratto in comune con Moratti? Infatti credo che questa cosa abbia favorito anche il buon esito della trattativa. Io comunque non mi sentirò mai il capo, non ho mai preso un’azienda da solo, ho sempre voluto al mio fianco dei partner con cui condividere e risolvere i problemi. Moratti mi supporta al cento per cento, ci sentiamo in media tre volte alla settimana. Quello che conta è andare tutti nella stessa direzione. All’inizio sentivo la pressione propria di chi vuole vedere dei cambiamenti immediati, ma non ha senso fare modifiche tanto per farle. Qualcosa è già successo e altro succederà a fine stagione».
CAMBIAMENTI – A proposito delle modifiche finora apportate e di quelle da definire nei prossimi mesi, il magnate indonesiano ha lanciato un messaggio chiaro a tutto l’ambiente nerazzurro: «Sono tutti sotto esame, anche Williamson. È giusto avere fiducia in tutti ma anche che ognuno risponda del proprio operato. Al momento sono molto soddisfatto, ma faccio continue verifiche con tutti. Mazzarri ha ancora un anno di contratto, ma è il primo a sapere che sarà necessaria una ulteriore programmazione: anche l’ultima volta che sono stato a Milano gli ho detto quanto sarà importante pianificare, pur ribadendogli di dover rimanere concentrato anzitutto sul presente. Io e Mazzarri dovremo conoscerci ancora meglio, questo è un anno di transizione e per il tecnico era importante essere il più concreto possibile alla prima stagione con noi. Ausilio è il responsabile di tutta l’area sportiva: non solo dello scouting, ma anche della prima squadra e della Primavera. Nuovo dirigente? E’ lui che a fine stagione dovrà eventualmente venire da me e dirmi se serve qualcun altro: non sarò io che andrò a chiederglielo».
AFFARE VUCINIC-GUARIN – Inevitabile il riferimento poi al mancato scambio Vucinic-Guarin con la Juventus, che ha generato degli attriti con la proprietà bianconera. Anche in questo caso Thohir ha voluto far chiarezza: «Intanto quella trattativa è stata portata avanti dai dirigenti e non dalle rispettive proprietà. Per l’Inter nel breve periodo poteva essere una buona operazione, ma poi abbiamo valutato che non lo sarebbe stata nel lungo periodo. Allora ho chiamato i miei uomini e ho detto che non mi risultava che avessimo chiuso, visto che non avevo firmato nulla. I giocatori avevano già fatto le visite mediche? Questo non significa nulla: nel contratto dello stesso Vidic abbiamo inserito una clausola per cui lui dovrà essere in grado di giocare almeno un certo numero di gare. Tifosi? In quella occasione avevano ragione loro. E’ giusto rispettarli, anche se non bisogna fare tutto ciò che dicono. Io non ho mai preso un impegno definitivo per lo scambio e comunque poi mi sono scusato per aver dovuto bloccare la trattativa. Quello che rimane sbagliato è rendere pubblico un messaggio privato: sono dovuto intervenire per difendere il nome dell’Inter».
MERCATO – L’argomento clou è chiaramente il calciomercato e, dunque, le opzioni per rinforzare la rosa in vista della prossima stagione. Nelle ultime ore sono risalite le quotazioni di Bacary Sagna, in scadenza di contratto con l’Arsenal. E Thohir non solo conferma, ma si sbilancia anche: «Non sono abituato a fare annunci se non c’è un contratto firmato. Posso solo dire che Sagna ci piace e che a questo punto dipende tutto solo da lui. E comunque se non dovesse arrivare lui, prenderemo un giovane. Grande investimento? Verrà fatto in attacco o a centrocampo. Intanto a fine stagione abbasseremo di molto il tetto ingaggi. E poi potremmo prendere anche un giocatore in prestito, il che non renderebbe necessario cedere uno dei nostri migliori in rosa. Vidic? È stato bravo Ausilio. E’ un merito di tutti, anche se poi sono io che mi assumo il rischio finale. Senza dimenticare che per il discorso dell’età media di 26,5 anni per la prossima stagione, con Vidic, Palacio ed eventualmente Sagna ci sarebbe posto soltanto per un altro giocatore oltre i trent’anni. Non saranno più di quattro. Eto’o? Non mi conosce e quindi è giusto che faccia riferimento a Moratti. Però a noi serve equilibrio e con Palacio oltre i trenta e Icardi molto giovane, l’attaccante che verrà dovrà avere un’età di mezzo. Dzeko, Torres o Morata? Magari uno dei tre arriverà per davvero. Ma deve rispondere ai parametri di cui sopra.
IL CAPITANO – Sul futuro di Javier Zanetti, invece, Thohir non si sbilancia: «Ne parleremo tutti insieme a fine maggio, anche con Fassone e Ausilio. Zanetti mi ha solo chiesto se avrebbe avuto un ruolo nel management. Gli ho ripetuto che adesso deve solo concentrarsi sul campo. Anche perché non vorrei che i compagni avessero la sensazione che il capitano si stia preoccupando del suo futuro più che del suo presente».
OBIETTIVI – Infine, tornando a parlare del progetto, Thohir rivela cosa lo porterebbe a sentire di aver fallito: «Se l’Inter non sarà tornata in Europa. Sì, anche in Europa League. Meglio se da subito, anche perché nella prossima edizione potrebbero esserci diversi grandi club europei. E l’Inter ha bisogno di fare le coppe non solo per una questione economica, ma anche di prestigio. Ovvio poi che io punti a fare la Champions League entro il 2016: ma questo l’avevo già detto…».