2014
Inter – Udinese, i precedenti: sfide avvincenti e decise sul filo del rasoio, ma i nerazzurri comandano
SERIE A INTER UDINESE PRECEDENTI – Quella di giovedì sarà la 42esima sfida in Serie A (la 47esima in assoluto) tra Inter e Udinese, in campo per il posticipo della 30esima giornata di campionato. I precedenti, sin qui, sono nettamente a favore dei nerazzurri, capaci di battere i friulani in ventitré occasioni. Undici i pareggi, mentre sono solamente sette le affermazioni dei bianconeri in terra lombarda. Di cui due, però, negli ultimi due confronti: il dato curioso, infatti, è che l’Inter non batte l’Udinese dalla stagione 2010/11.
STORIA – Il primo precedente in assoluto risale addirittura alla stagione 1925/26, quando la Serie A era divisa in Leghe – A e B – e veniva chiamata ‘Prima Divisione’. Si imposero i nerazzurri per 4-2, al termine di una gara rocambolesca e rimontata grazie alla doppietta di Conti. Per trovare il primo successo dei friulani, invece, bisogna tornare alla stagione 1953/54: l’Inter, che a giugno si sarebbe laureata campione d’Italia, scivolò a San Siro proprio con i bianconeri, capaci di imporsi per due reti a zero.
M(OU)AI… – Quelle tra le due compagini del massimo campionato italiano sono sempre state sfide combattute, decise spesso e volentieri sul filo del rasoio. Come capitato nell’era Mourinho, per esempio, e più nello specifico nella stagione 2009/10: una perla di Snejider regalò all’Inter il successo in pieno recupero. Un successo che, negli anni del ‘Biscione scudettato’, l’Udinese ha stentato a trovare: sotto la gestione Mancini e dello ‘Special One’, i bianconeri sono quasi sempre andati al tappeto.
TABU’ – Fino alle ultime due stagioni, in cui l’Udinese è uscita vincitrice dal ‘Meazza’. Nel 2012/13, quando sulla panchina dei nerazzurri sedeva Ranieri, a decidere la gara fu un gol di Mauricio Isla, con un errore dal dischetto per parte: Di Natale da un lato, Pazzini dall’altro. E l’anno successivo, in quella che i tifosi interisti ricordano come una delle serate peggiori nella storia: il passivo finale, 2-5, fu fin troppo stretto per quel che si vide in campo. Uno scempio, la ciliegina sulla torta – avariata, però – di una stagione da dimenticare, con Stramaccioni in panchina. Il punto più basso da cui ripartire: senza ‘Strama’, ma con tanto entusiasmo. E con l’Europa ad un passo fermarsi nuovamente sarebbe pericoloso.