2014
Federer-Nadal, dieci anni di noi
Non ce ne voglia Milos Raonic, ma per gli amanti del lieto fine, delle statistiche e dei cerchi che si chiudono (al di là del tabellone), sarebbe stato bello vedere Roger Federer ai quarti di Miami con Rafa Nadal. Perché proprio il 28 marzo di dieci anni fa, sul cemento della Florida, iniziava la storia della loro mitica rivalità. Lo svizzero, purtroppo, si è negato l’opportunità di celebrare in campo l’anniversario perchè il tempo passa e, nonostante evidenti segnali di rinascita, ha il diritto di bucare le fasi conclusive di qualche torneo. Ma torniamo al 2004, quando tutto era ancora possibile, quando anche Roger portava i capelli lunghi raccolti in un codino, era sì numero 1 al mondo (con due Slam in bacheca) ma non era ancora soprannominato “The Genius”. E Rafa? Pinocchietti e camiseta over-size d’ordinanza, il maiorchino aveva 17 anni ed era solo la 32esima testa di serie del torneo in Florida, ma si era già fatto notare vincendo il suo incontro di Davis contro Andy Roddick un mese prima.
Sulla carta, il match è senza storia ma viene vinto a sorpresa dal giovane underdog che non concede all’avversario nemmeno una palla break, lasciando solo 6 game. Numeri che danno qualche indizio sullo sbilanciamento dei successi a favore del maiorchino (10-23) e nascondono forse la risposta al grande interrogativo: perché Roger non ci ha mai capito molto contro Rafa? C’è la tesi della sudditanza psicologica: quando scende in campo per affrontare l’iberico, Federer parte già timoroso (seppur in maniera inconscia), rinuncia ad applicare gli schemi che si era preparato e alla fine perde. “Attaccandolo spesso a rete, posso uscire dalla ragnatela degli scambi” – pensa- ma poi torna di corsa verso la linea di fondo alla prima infilata. Scontro dopo scontro, Nadal ha creato paure e inadeguatezze nella mente di Roger, non ci sono dubbi.
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