2014
Luca Toni e il Palermo, 10 anni nel bene e nel male
Il bomber ha segnato la storia del club rosanero, con gol dolci e amari. E lunedì c’è Verona-Palermo…
Siamo ancora alla seconda giornata di campionato, ma il prossimo weekend pallonaro è pronto già alla complicata e poco amata soluzione dello spezzatino, che vedrà come chiusura del turno il match del Monday Night tra l’Hellas Verona e il Palermo. Sarà la prima recita al ‘Bentegodi’ per gli scaligeri, sarà il primo match in trasferta per i rosanero dal loro ritorno in Serie A, ma sarà l’ennesima occasione per una reunion tra la formazione siciliana e uno degli eroi della pluri-decennale era-Zamparini: Luca Toni.
L’amore tra lo spilungone di Pavullo Modenese e il club di viale del Fante nasce un giorno d’estate del 2003, mentre Maurizio Zamparini allestiva una squadra che facesse dimenticare il triste epilogo del campionato appena trascorso: il Palermo reduce dall’approdo dei ‘veneziani’, da Maniero a Bilica, da Di Napoli a Marasco, con le preziose aggiunte di Zauli e Asta, perdeva 3-0 contro il Lecce di Delio Rossi e rimandava la risalita in A. E con un acquisto così importante, come quello di Luca Toni, i rosanero guidati da Franco Baldini si preparavano ad affrontare il campionato cadetto come una passerella lunga 46 giornate.
Fu, con qualche passaggio tortuoso, un percorso tranquillo per il Palermo, che concluse l’anno con la promozione, il primato in classifica assieme al Cagliari e con Luca Toni capocannoniere in maniera schiacciante, grazie ai 30 gol che gli fecero guadagnare (quasi una primizia per un giocatore reduce dall’approdo in B) anche la convocazione nella Nazionale guidata da Marcello Lippi. Toni fu chiamato per il match contro la Norvegia, proprio al ‘Renzo Barbera’ di Palermo, entrò dalla panchina e, come nelle migliori favole, segnò il gol della vittoria. Un altro anello della catena che rappresentava al meglio l’amore tra il bomber emiliano e la squadra del suo rilancio. Ma fu amore breve, come spesso accade da queste parti.
Campionato di Serie A 2004/2005, il Palermo è splendido sesto e con una breve apparizione persino nella corsa per la quarta piazza che valeva la Champions, e Luca Toni fu splendido protagonista della stagione con 20 gol (21, se consideriamo la zuccata contro la Fiorentina corretta in rete da Lupatelli). Tutto sembrava pronto per un’altra annata, la terza, da assoluto protagonista all’ombra di Monte Pellegrino, ma nel futuro di Toni si stagliava un’ombra viola. Nell’estate del 2005, infatti, Diego Della Valle allarga i cordoni della borsa e sgancia una cifra irrinunciabile per l’acquisto di Toni: i tifosi del Palermo insorgono contro il loro ex beniamino, ma la storia era stata ormai scritta.
La prima stagione di Toni alla Fiorentina è da favola, ma la data che Luca attende con ansia è quella del suo ritorno a Palermo da avversario. È il 30 aprile 2006, e con il Mondiale tedesco che si avvicina i viola di Prandelli scendono al ‘Barbera’ per giocarsi un posto di rilievo in classifica, ma ad attendere i gigliati ci sono oltre 30.000 fischietti. Non sono riservati a Jimenez, a Montolivo, a Jorgensen o a Fiore, ma a un solo giocatore: porta la maglia numero 30 della Fiorentina, si chiama Luca Toni. Il modenese, per gran parte del match, non vedrà la palla nemmeno da lontano, visto che i rosanero giocano una gran partita e in apertura di ripresa la vincono con un gran gol di Di Michele. La vendetta si è consumata, Toni è battuto e Palermo può gioire.
Il rapporto tra Toni e i palermitani si attenuano, il bomber è uno dei trascinatori dell’Italia alla conquista del Mondiale e segnerà altri 16 in maglia viola prima dell’approdo al Bayern Monaco: e con l’addio al nostro Paese, i supporters rosanero attenueranno sempre più la loro acredine verso l’ariete emiliano. Il grande ex tornerà in Italia nell’inverno del 2010, quando proverà ad aiutare la Roma di Ranieri a dare la caccia all’Inter di Mourinho, quella che completerà il magico triplete proprio a spese dei giallorossi. Ma acceleriamo un po’ il racconto, arrivando al 2013.
Il Palermo non è più quello lasciato da Toni prima del suo approdo in Baviera: i rosanero lottano per non retrocedere, il modenese ha girato l’Italia e ha toccato persino gli Emirati Arabi prima di tornare nella sua vera casa calcistica, ovvero Firenze e la Fiorentina. Nel frattempo ha subito la tragedia di un figlio nato ma ormai privo di vita, prima di poter gioire assieme alla sua donna, Marta, per la nascita di due splendidi bambini, e sul campo riesce a dare il meglio di sè nonostante l’età che avanza. E trova ancora il modo di lasciare il segno nella storia del Palermo, stavolta però in senso negativo. Penultima giornata di campionato, i rosanero non possono perdere se vogliono avere chances (minime) di salvezza, la Fiorentina va a caccia del terzo posto: dopo 10 minuti ci pensa Toni a tenere a galla i viola, e al tempo stesso a far annegare i siciliani nel pantano del ‘Franchi’ e verso l’incubo della B.
Lunedì ci sarà un altro round. Toni ora guida l’attacco del Verona e non ha più sassolini da togliere dalle sue scarpe nei confronti di una delle squadre che gli ha dato di più in una carriera falcidiata da problemi e infortuni. Il Palermo vuole cancellare un passato pessimo ed è pronto a non ricevere più dolore da uno dei calciatori più rappresentativi dell’ultimo decennio rosanero. Perciò, via allo spettacolo.