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Lampard punisce il suo Chelsea, il Manchester United crolla contro la cenerentola Leicester: in Premier League è sempre spettacolo

PREMIER LEAGUE LAMPARD CHELSEA – Doveva essere il giorno di Frank Lampard, e così è stato. Dopo tredici anni con la maglia del Chelsea, impreziositi da 211 reti in 648 partite e tredici trofei, il centrocampista inglese ritrovava i Blues, ma da avversario. Non nel cuore dei tifosi, che hanno inneggiato dal primo all’ultimo minuto al loro ex capitano. Agevolata da una scelta molto dubbia dell’arbitro Dean (doppio giallo a Zabaleta in seguito ad una scaramuccia con Diego Costa), la squadra di Mourinho passa a condurre a venti minuti dallo scadere: Schurrle finalizza un contropiede da manuale del calcio, ammutolendo l’Ethiad Stadium. Il finale di gara, però, è riservato ai cuori forti: Lampard, entrato da meno di dieci minuti, si inserisce con i tempi giusti nell’area di rigore avversaria e in acrobazia fredda Courtois. E gela i tantissimi tifosi del Chelsea presenti allo stadio: finisce 1-1, con il club londinese che interrompe la striscia di vittorie consecutive (quattro) in Premier League. Il gol più bello lo segnano i tifosi dei Blues al termine della gara: nonostante l’amarezza per un epilogo a cui non avrebbero mai voluto assistere, tutto il settore ospiti si è alzato ai piedi per dedicare una standing ovation a Frank Lampard. Perché «Lampard is a legend» da quelle parti e un gol – tra l’altro per nulla festeggiato – non può rovinare una storia d’amore che dura da oltre dieci anni.

AL TAPPETO – Da un Manchester che riacciuffa la gara allo scadere, il City, all’altro, lo United, che crolla clamorosamente sul campo della neopromossa Leicester. Non una novità, visto che la squadra di Pearson aveva già messo in difficoltà il Chelsea e bloccato l’Arsenal sul pareggio. Nella splendida cornice del King Power Stadium, però, vengono alla luce tutti i problemi dei Red Devils, paperoni sul mercato – oltre 200 milioni di euro spesi – ma incredibilmente inguardabili in difesa. Dove il giovane Blackett, in coppia con lo sciagurato Evans, fa acqua da tutte le parti: il vero problema è che, anche in prospettiva, la situazione non è destinata a migliorare. Sulla carta i centrali titolari dello United sono Smalling e Jones, calciatori assolutamente non all’altezza di assumere l’eredità di campioni come Vidic e Ferdinand. La gara si mette in discesa per gli uomini di Van Gaal, subito sullo 0-2 grazie a Van Persie e Di Maria (magico il gol dell’argentino). Ulloa accorcia le distanze, ma all’inizio della ripresa Ander Herrera, con un bel colpo di tacco, regala il nuovo doppio vantaggio al Manchester. Che crolla, intorno all’ora di gioco: in sette minuti, Nugent, Cambiasso e Vardy completano una rimonta da urlo. Chiusa, nel finale, da Ulloa, il cui rigore – che costa il rosso a Blackett – fissa il punteggio sul 5-3.

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C’È POCO DA RIDERE – Per la gioia di Mario Balotelli, che su Twitter sfotte i rivali di sempre dei Reds: «Man United…. LOL» scrive SuperMario, divertito dallo scivolone di Rooney e compagni. Se non fosse, però, che anche Balotelli ha poco da ridere: il suo Liverpool, reduce dalla battuta d’arresto casalinga con l’Aston Villa, cade ancora, questa volta sul campo del West Ham. Hammers già avanti 2-0 dopo sei minuti, grazie a Reid e Sakho. Sterling, con un missile dal limite dell’area, accorcia le distanze, ma allo scadere Amalfitano chiude i conti, accentuando la crisi degli uomini di Rodgers (sei punti dopo cinque giornate). Gode, invece, l’Arsenal, a cui bastano quattro minuti per stendere un Aston Villa privo di mordente: tra il 32esimo e il 36esimo del primo tempo, Özil, Welbeck e un autogol di Cissokho regalano il 3-0 ad Arsene Wenger. Che scaccia, in questo modo, le tantissime critiche piovute nei confronti suoi e di Ozil dopo la debacle europea sul campo del Dortmund. 

FAVOLA – È cambiato tutto al Southampton, tranne i risultati: i Saints, guidati da Koeman, si piazzano momentaneamente al secondo posto della classifica, dopo aver vinto e convinto sul campo dello Swansea. Padroni di casa in dieci per tutta la ripresa – ingenuo Bony, che si fa espellere per doppia ammonizione – e puniti nel finale: Wanyama, servito da Pellè, batte Fabianski. Tottenham e Everton, reduci dal giovedì di Europa League, cadono tra le mura amiche: una zuccata di Morrison basta al West Bromwich per espugnare White Hart Lane. I gol di Lukaku e Baines (su rigore) non bastano ai Toffees per vincere: Jedinak, Frazier Campbell e Bolasie trascinano il Crystal Palace alla vittoria.

IN BILICO – Pareggio a reti bianche Burnley e Sunderland, mentre tra Newcastle e Hull City è spettacolo. I Tigers piazzano un uno-due da urlo nel giro di pochi minuti: Jelavic in semi rovesciata e Diamè con un bolide dal limite dell’area gettano nello sconforto il St. James’ Park, che ricomincia con la contestazione nei confronti di Alan Pardew. Salvato, però, da Papiss Cissè: l’attaccante senegalese riacciuffa il match con una doppietta, e regala a Pardew almeno un’altra settimana da manager dei Magpies. Due a due anche tra Qpr e Stoke City: il duo ex Tottenham Caulker-Kranjicar riprende gli ospiti, avanti due volte grazie a Diouf e Crouch.

CHE SPETTACOLO – Gol spettacolari, giocate da urlo e tanto fair play: la Premier League si conferma come il campionato più bello al mondo. Alla vigilia di un turno, il prossimo, che si annuncia a dir poco meraviglioso: sabato, infatti, sono in programma ben due derby. Apre Liverpool – Everton alle 13:30, chiude Arsenal – Tottenham alle 18:30: oh my God, che spettacolo il calcio inglese…

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