2016
Serie A, la griglia: ecco la seconda metà
Calciomercato terminato, dopo aver analizzato le prime dieci forze ecco la restante parte della griglia di Serie A!
Alle spalle una sessione estiva di calciomercato oltremodo movimentata e foriera di sorprese, abbiamo già analizzato la griglia di partenza della prossima – o meglio già iniziata – edizione della Serie A: gli equilibri tra le prime dieci forze del torneo ai raggi X, ecco ora una panoramica delle restanti squadre e del loro operato.
11 – LAZIO: Ovviamente una provocazione, la Lazio appartiene alla prima metà del campionato: si è però scelto di procedere in questo modo perché non ci è più chiaro il tenore che la proprietà ha scelto di assegnare ad una squadra che è parte integrante della storia del calcio italiano. Ceduto Candreva – il calciatore più forte dell’organico biancoceleste – non è arrivato un sostituto, la grana Keita complica ulteriormente i piani di Inzaghi e mortifica le ambizioni. Bene il neo arrivo Bastos nella sfida con la Juventus, la sensazione forte è che lì dietro dipenda tutto dalle condizioni di De Vrij. Il solito centrocampo: affidabile e non esaltante, giocherà una parte rilevante l’aspetto motivazionale.
12 – BOLOGNA: Diawara non voleva restare e non è restato: con Rossettini due uscite di rilievo, parzialmente compensate dagli approdi dell’interessante classe ’95 Nagy e dall’ex Verona Helander. C’è attesa per la stagione di Krejci: punto forte dello Sparta Praga – che eliminò proprio la Lazio dalla scorsa edizione dell’Europa League – e della Repubblica Ceca, esterno offensivo che può rifornire Destro più di quanto sia accaduto un anno fa.
13 – ATALANTA: Paloschi è un colpo, poche storie. Così come, al contrario, lo è la cessione di De Roon: un calciatore che non aveva minimamente sofferto l’impatto con il campionato italiano, abile a dimostrare sin dalle primissime battute il valore di un repertorio piuttosto completo. Zukanovic è il jolly di una difesa retta da Toloi, da valutare – soprattutto per quanto concerne l’aspetto motivazionale – il ritorno di Grassi dopo sei mesi di nulla in maglia partenopea.
14 – UDINESE: C’è chi legittimamente non sarà d’accordo ma dalle prime battute, seppur senza brillare, De Paul appare un innesto molto interessante: il tempo dirà se riuscirà ad imprimere una traccia sul nostro torneo. A centrocampo rileva l’acquisto di Kums: inseguito anche dal Napoli che ha poi scelto l’eccellente prospetto di Diawara, se lo è assicurato l’Udinese con una buona operazione. Non riuscendo a trattenere Zielinski, ci si sarebbe potuti aspettare la permanenza di Bruno Fernandes. Attesa anche per (come di consueto) i tanti giovani: Lucas Evangelista (classe ’95), Stipe Perica (’95), Adalberto Penaranda (’97).
15 – CHIEVO: I veneti non si sono certamente segnalati come i protagonisti dell’ultima sessione di calciomercato: operazioni minori, in tono minore. Si resta in parte considerevole come si era: con il vantaggio di conoscersi già ed essere ampiamente rodati, con lo svantaggio di non aver neanche provato ad inserire un pizzico di sale.
16 – CAGLIARI: E’ vero che i nuovi innesti parlino praticamente tutti la lingua del parametro zero, ma appaiono operazioni funzionali proprio perché vanno ad aggiungere esperienza lì dove mancava: da Bruno Alves a Borriello passando per Tachtsidis e Padoin, oltre ai 9 milioni complessivamente investiti su Isla e Ionita. Rinfozati insomma tutti i reparti: se mister Rastelli troverà l’amalgama giusto in un tempo ragionevole, le soddisfazioni sono dietro l’angolo.
17 – EMPOLI: Non ci siamo. Un cammino lungimirante – quello dell’asse Sarri–Giampaolo – sembra essersi almeno parzialmente interrotto. Le prime uscite ufficiali poi confermano questa sensazione. Uscite pesanti quelle di Tonelli e Mario Rui, parzialmente ammortizzate dagli innesti di Bellusci e Pasqual, oltre al ritorno di Barba dalla (negativa) esperienza in prestito allo Stoccarda. Interessante l’arrivo di Josè Mauri, Gilardino ha bisogno di rifornimenti continui: non ha mai inventato i suoi (tantissimi) gol, figurarsi se lo possa fare ora.
18 – PESCARA: Tante cose interessanti: aver innanzitutto confermato mister Oddo, Verre e Benalj è un’ottima base di partenza, come dimostrato proprio all’esordio casalingo con il più quotato Napoli di Sarri. Un primo tempo giocato con coraggio ed intelligenza. Poi i nuovi arrivi: Bizzarri (affidabilità garantita), Gyomber, Cristante, Aquilani, Pepe, Bahebeck dal Psg, Manaj. Tradotto: c’è l’ambizione di fare. Seppur con un budget ridotto. Discrete percentuali di salvezza se si passerà dalla via del bel gioco: trovare gli argomenti per compensare i numeri di Lapadula, ecco l’obiettivo.
19 – PALERMO: A picco se pensiamo al Palermo di qualche anno fa. Oggi, campagna acquisti dopo campagna acquisti, toglie qualcosa al suo tenore di (ex) outsider della Serie A. Fino a risultare a tutti gli effetti una realtà da potenziale retrocessione, o al più salvezza conquistata con i denti. Inutile fare i nomi: l’impressione è quella di una forte assenza di programmazione. E di motivazioni, vedi il vertice della piramide Zamparini, aspetto cruciale nel Palermo dell’ultimo decennio.
20 – CROTONE: Spulciando la rosa non si può affermare che non si sia provato a cambiare qualcosa, ma il livello appare precario: poi è ovvio che le risposte del campo possano profondamente alterare le prime considerazioni, a giochi piuttosto fermi, ma allo stato dei fatti questo organico dovrà rendere al 200% per assicurarsi la permanenza nella massima serie. Positive le operazioni in prestito dal Sassuolo riguardanti Trotta e Falcinelli: l’attacco assume quantomeno un certo peso, la difesa è quella che è.