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2014

Rafa vuole evitare il bis: messo fuori gioco dalla sua società

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Come accadde per la sua Inter post-Triplete, Benitez potrebbe essere esonerato dopo scelte inadeguate dei suoi dirigenti

Potrebbero essere i novanta minuti più importanti della stagione, nonostante si sia ancora alla quarta giornata di campionato e di fronte a una delle squadre più attese della stagione, per appeal nei confronti del pubblico, risultati ottenuti in Italia e in Europa e gioco espresso negli ultimi anni, ci sia semplicemente una neopromossa in cerca di riscossa, dopo un anno trascorso negli inferi del campionato cadetto. Il Napoli di Rafa Benitez contro il Palermo di Beppe Iachini. Una sfida che, negli anni precedenti alla retrocessione dei rosanero, voleva dire qualcosa di più di un semplice match tra formazioni del Sud, e che, classifica alla mano, sembra essere diventato clamorosamente uno scontro a caccia di punti per evitare il baratro del fondo della classifica.

Rafa Benitez non si aspettava un’annata così. Si sa, “il secondo anno è sempre il più difficile“, ma chi avrebbe avuto il coraggio di dire al tecnico spagnolo che, dopo un solo mese dall’inizio della stagione, si sarebbe ritrovato a guidare una squadra che ha già perso il primo obiettivo, ovvero la qualificazione alla fase a gironi di Champions League, e ha vinto una sola partita ufficiale su 5, perdipiù grazie a un gol realizzato in mischia a pochi secondi dalla fine? Chi si sarebbe aspettato di trovare un Napoli lontano dalla vetta, dopo appena 270 minuti di campionato, già di sette lunghezze rispetto al tandem che oltre un anno domina la Serie A? In entrambi i casi la risposta potrebbe essere quasi scontata, guardando la rosa a disposizione di Don Rafè un anno fa e quella attualmente in forza al club partenopeo e valutando le mosse fatte nel mercato in entrata e quello in uscita. Ma sicuramente non era questa la conseguenza che ci si poteva attendere, dopo un’estate vissuta all’insegna delle parole e dei proclami, ma non certo seguite da arrivi altisonanti, com’era accaduto un anno fa che gli acquisti di gente del calibro del Pipita Higuain, del suo fido scudiero Callejon e del trottolino fiammingo Mertens.

Acquisti spesso senza una logica, come l’arrivo di Andujar di fronte all’inesistenza di tentativi di riscattare Pepe Reina, il quale avrebbe sicuramente preferito restare a Napoli da protagonista piuttosto che guardare le spalle a Neuer al Bayern Monaco. Una difesa che avrebbe dovuto essere ristrutturata come un edificio ormai cadente e dalle fondamenta pericolanti, e che invece ha visto l’arrivo del solo Koulibaly, il quale in un mese di stagione ha collezionato solo disastri, come gli errori che hanno consentito a Pinilla e a Danilo di gonfiare la rete azzurra nei match di Marassi e del ‘Friuli’. Un centrocampo che doveva essere irrobustito e affidato alle mani di un sapiente geometra, uno alla Xabi Alonso per intenderci, e che invece ha visto l’arrivo di un buon giocatore come de Guzman (non proprio ciò che serviva per cancellare la partenza di un vero guerriero come Behrami) e l’acquisto last-minute, fatto quasi per caso, di uno come David Lopez che non sembra aver ancora capito realmente dove si trova. Per non parlare la presenza di appena un trequartista, ovvero un Hamsik sempre più a disagio negli schemi di Benitez, per fare posto alla presenza contemporanea di ben tre centravanti: non proprio il massimo per una squadra che prevede l’utilizzo di un solo bomber d’area per volta.

E così, la sfida del San Paolo contro un Palermo tutt’altro che in difficoltà, a differenza di quanto possano dire i due soli punti in classifica, diventa un banco di prova dopo il quale non si può più tornare indietro. Benitez rischia il suo secondo esonero in altrettante avventure in Italia, dopo la sfortunata apparizione sulla panchina dell’Inter post-Triplete in cui sembrava evidente che il suo arrivo non avesse scatenato entusiasmo nello spogliatoio nerazzurro, reduce dall’addio di Mourinho. E anche in questo caso, il futuro di Rafa sembra dipendere più dalle scelte estive societarie che non dalle sue reali capacità: nel caso dei nerazzurri nel 2010, l’aver trattenuto a forza i componenti di un ciclo fantastico, ma ormai giunto al capolinea, fu un errore che in casa Inter nessuno ha mai ammesso, nonostante l’evidenza dei fatti; nel caso del Napoli targato Don Rafè, aver preferito gente inadeguata al progetto in nome della sanità del bilancio, che finora è l’unica nota lieta della società campana, potrebbe costare a Benitez ben più di quante siano le sue reali colpe.

E il Palermo sogna il colpaccio…

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