La nuova lezione di mister Strama - Calcio News 24
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2014

La nuova lezione di mister Strama

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Dopo un’avventura in chiaroscuro all’Inter e un anno di stop, il tecnico sta riportando l’Udinese in alto

Quasi un anno e mezzo fa fu allontanato dall’Inter, nell’ultima stagione in cui il club del Biscione ha iniziato e terminato l’annata con lo stesso presidente del ventennio precedente. Massimo Moratti aveva creduto fortemente in lui dopo una serie di errori di valutazioni, iniziata dopo la conquista del meraviglioso Triplete del 2010: Benitez non godeva del sostegno dello spogliatoio; Leonardo si rivelò ancora impreparato soprattutto nelle gare da “dentro o fuori”; Gasperini rispecchiò al meglio l’identikit del tecnico “non pronto per una grande squadra” e Ranieri non restituì alla squadra l’immagine vincente che andava cercando.

Così, toccò ad Andrea Stramaccioni, per il quale le cose alla guida dell’Inter andarono benissimo fin dall’inizio, ovvero dalla fine. La stagione 2011/2012, per i nerazzurri, terminò con un volto freschissimo in panchina, ovvero l’uomo che guidò la formazione Primavera alla conquista della NextGen Series, prima di assumere la guida della prima squadra e condurla all’unico obiettivo rimasto in una stagione disgraziata, ovvero la vittoria del derby, per concludere un campionato deludente. I presupposti per avviare un discreto ciclo sembravano esserci: una squadra giovane e pronta a lottare per far dimenticare, e non con prestazioni scadenti e risultati che non sarebbero arrivati, la grandissima Inter di Mourinho e della Champions League alzata a Madrid. Un ottimo inizio, con la vittoria (la prima in assoluto) nel nuovo tempio della Juventus e un altro derby portato a casa, poi una sequela imbarazzante di infortuni e la StramaInter vede il suo picco negativo di risultati. L’Inter perde sia Milito che Palacio, gli unici attaccanti disponibili, oltre ad altri elementi fondamentali della rosa, e i buoni propositi di approdo in Champions League si trasformano in un modesto nono posto in classifica.

Stramaccioni a fine stagione viene esonerato, l’Inter viene affidata a Walter Mazzarri e per il giovane tecnico romano inizia un lunghissimo anno di stop. Forse ha pagato colpe non sue, visto che gli infortuni patiti all’inizio del 2013, e alcune cessioni discutibili come quelle di Sneijder in Turchia e Coutinho al Liverpool, sono state effettuate più per necessità di bilancio che per incompatibilità con lo spogliatoio e con il mister. Una squadra fortissima, diventata improvvisamente modesta per varie ragioni, sarebbe stata difficile da governare anche per un tecnico più navigato di Strama, il quale si “gode” la stagione da disoccupato prima di ricevere un’inaspettata ma graditissima chiamata: lo vuole la famiglia Pozzo per iniziare l’era post-Guidolin nella nuova Udinese.

Com’è sempre accaduto negli ultimi anni in terra friulana, qualcosa cambia sul fronte dell’organico, ma stavolta i bianconeri tendono a rinforzarsi e a garantire maggiore esperienza al suo nuovo timoniere: gli arrivi di Kone a centrocampo e di Thereau in attacco portano maggiore consistenza, ma sono ovviamente altri i giocatori che fanno brillare gli occhi di Strama. C’è Totò Di Natale, il capitano dal gol facile; c’è Luis Muriel, da rigenerare e restituire al grande calcio dopo una stagione da punto interrogativo; c’è la consistenza e la maturità di un giovanissimo come il portiere Scuffet; c’è la classe e l’imprevedibilità di un fantasista dal futuro assicurato come Bruno Fernandes. E l’Udinese inizia a girare nel modo giusto. Nove punti in quattro partite, tra l’altro contro grandi avversarie come Juve, Napoli e Lazio, con due soli gol subiti (entrambi allo Stadium contro i campioni d’Italia) e una squadra che sembra girare alla grande, anche quando, come nel caso del match di ieri sera all’Olimpico, tra gli undici titolari non c’è Di Natale.

La lezione di Strama è tornata nel nostro campionato, così come quella di puntare su allenatori giovani, promettenti e soprattutto italiani. La new generation, che sembrava aver attecchito un paio di anni fa proprio con l’approdo del romano sulla panca dell’Inter dei grandi, è pronta ad esplodere nuovamente, e Udine è pronta a sognare nuovamente qualcosa di grande, proprio come negli Anni 90 in cui un allora giovane Zaccheroni pose il Friuli nella mappa del grande calcio europeo.

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