2014
Una settimana spettacolare
Juventus e Roma, sfida ai campioni di Spagna ed Inghilterra e poi lo scontro diretto: accomodiamoci, lo spettacolo è servito
SERIE A CHAMPIONS LEAGUE JUVENTUS ROMA – A braccetto. In testa al campionato italiano, a punteggio pieno dopo cinque gare disputate, sei considerando la prima di Champions League. Gioco avvolgente, qualità di primo livello, comprovata tenuta complessiva: sono Juventus e Roma, le realtà che stanno di fatto dominando la scena nazionale e che vogliono presentarsi sul palcoscenico europeo sì da outsider ma di quelle a cui devi prestare attenzione.
CONTRO I CAMPIONI DI SPAGNA – E finalisti dell’ultima edizione della Champions League: l’Atletico Madrid non si è soltanto messa dietro Real e Barcellona, non ha soltanto centrato la finale della massima competizione internazionale ma è arrivato ad un minuto dalla gloria fermandosi soltanto nell’overtime della grande sfida cittadina. Squadra che, costruita ad immagine e somiglianza del suo tecnico, fa della garra il tratto distintivo: Simeone ha ideato un terribile cocktail di aggressività e consapevolezza, corsa ed organizzazione, dinamismo e reattività. Per la Juventus di Allegri sarà un veritiero banco di prova perché – oltre all’importanza dell’evento e della posta in palio – l’Atletico Madrid, quello del campo, può imporsi come un modello da seguire se dopo tre affermazioni interne l’obiettivo vuole essere anche quello di imporsi sul palcoscenico europeo. Non fosse altro per visibili – ma non totali – caratteristiche comuni.
CONTRO I CAMPIONI D’INGHILTERRA – Ed affamati di Europa dopo le recenti partecipazioni tutt’altro che brillanti: la grande sfida del Manchester City oggi è proprio quella di ritagliarsi una scena degna del calibro della squadra sul fronte internazionale. E la prima in Champions non è andata in tal senso: gli inglesi hanno perso sul campo dell’armata Bayern Monaco e sanno di dover centrare il bottino pieno tra le mura amiche dell’Etihad Stadium contro la Roma. Ma i giallorossi sono nel pieno di un delirio psicofisico: gli uomini di Garcia le vincono tutte e seguendo canoni differenti, raramente soffrono ma quando accade trovano le contromisure per ribattere – vedi il gioiello di Pjanic allo scadere in quel di Parma – e stanno raggiungendo quella cognizione di causa tale da consentire di attingere a piene mani da ogni risorsa. Vedi il jolly Florenzi: spesso in panchina, subentra e sa come decidere le gare in un breve lasso di tempo a disposizione.
POI LO SCONTRO DIRETTO – Roma che, rispetto ai campioni d’Italia, dovrà fornire ulteriori certezze proprio in tal senso: dimostrare di esserci non soltanto cavalcando il momento ma a prescindere dalle inevitabili battute d’arresto che accompagnano il cammino di ogni squadra del pianeta. Oltre, sempre nel parallelo con la Juventus, alla questione strettamente tecnico-tattica: la Roma quando può andare a mille non ha limiti, quando non può sfruttare tutta la sua velocità – vuoi perché Gervinho ed Iturbe sono coinvolti nel turnover, vuoi perché l’avversario riesce ad arginare tanta esplosività atletica – deve ancora dare precise risposte sul piano dell’alternativa logica. La Juventus in tal senso sembra avere qualche risorsa in più ed una struttura maggiormente polivalente. Il resto lo fa la convinzione, la fiducia, l’entusiasmo: e quale occasione migliore dello scontro diretto per sovvertire le gerarchie? La splendida settimana europea e poi il faccia a faccia dello Juventus Stadium: accomodiamoci, lo spettacolo è servito.