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Di Biagio: «Romagnoli e Belotti talenti. Berardi…»

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Il ct dell’U21 ottimista per il futuro: «Dobbiamo arrivare fino in fondo»

ITALIA UNDER21 DI BIAGIO – Non allena la squadra più forte d’Europa, ma sicuramente una tra quelle con più talento e che da un anno annovera giocatori che stanno incrementando la loro esperienza in Serie A. E’ fiducioso per il futuro Gigi Di Biagio, che si giocherà con l’Italia U21 il 10 e 14 ottobre un posto per la fase finale contro la Slovacchia: «Con la squadra ho sempre parlato dell’Europeo e dell’Olimpiade di Rio. All’inizio mi prendevano per matto, come sullo 0-2 in casa con la Serbia. Ero convinto di poter segnare tre gol. Dobbiamo arrivare fino in fondo. Ora però pensiamo alla Slovacchia: corre per 90’, non ti fa respirare. I ragazzi vedranno i filmati e si spaventeranno», ha dichiarato il commissario tecnico degli azzurrini ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

TALENTI – Di Biagio ha poi evidenziato la mentalità e disponibilità del suo gruppo, uno degli aspetti che gli piace di più della sua squadra: «Prendete Belotti: abbiamo puntato su di lui quando si diceva che c’erano punte più forti. Il paragone con Casiraghi ci sta: si sacrifica per la squadra e ha un rapporto minuti/gol impressionante. Romagnoli? Alessio è un giocatore di prospettiva assoluta, penso che il prossimo anno sarà titolare nella Roma. Berardi? Ha sbagliato, lo sa e ha pagato. Continuo a pensare sia un ragazzo intelligente, non deve innervosirsi».

RICORDI – L’allenatore ha poi rievocato il calcio di rigore calciato nel 2000, perché Albertini e Del Piero erano in panchina: non si è tirato indietro l’ex centrocampista, che poi fallì dal dischetto, perché non ha mai voluto dire no ad un allenatore. Il suo modello resta Marcello Lippi, che parla in faccia ai giocatori. Tra gli aneddoti l’uscita dal ritiro nel 1999 con Francesco Totti senza salutare: «Lui è andato via e io no. Eravamo stati sostituiti entrambi da Zoff a fine primo tempo, lui fece la borsa e andò via, io aspettai a bordo campo e poi salutai. Non so perché sia uscita quella versione, non mi permetterei mai di andare via senza salutare. E se lo fa uno dei miei rimane a casa».

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