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2014

Il campionato degli altri

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Juventus e Roma disputano un torneo a parte, così c’è chi si accontenta del terzo posto e chi sogna la salvezza

Undici maglie bianconere, altre undici giallorosse e (ahinoi) cinque maglie color evidenziatore hanno attirato, e stanno continuando ad attirare l’attenzione dell’intera comunità pallonara italiana, ma nel bene e nel male il massimo campionato è composto da altre diciotto squadre che si sono date battaglia, e visto quando abbiamo avuto modo di vedere in questo avvio di stagione stanno dando vita a un altro campionato. È il campionato delle umane, di quelle squadre che sembrano già essersi arrese all’idea di una Serie A2 in cui si gioca dal terzo posto in giù, visto che la Juventus e la Roma che si sono sfidate ieri sera allo Stadium sembrano appartenere, purtroppo, a un’altra categoria.

Ci sono le quattro esponenti del calcio italiano in Europa League che ieri sera, con i riflettori dello Juventus Stadium che andavano spegnendosi e le polemiche che invece si andavano ad accendere, si sono sfidate per un doppio duello dal sapore continentale. Hanno avuto ragione le squadre di casa, il Napoli e soprattutto la Fiorentina, mentre il Torino e soprattutto l’Inter sono cadute in preda ai propri antichi errori. I partenopei non hanno mollato e hanno messo a nudo le difficoltà della formazione granata, la quale sembra potersi aggrappare solo al ritrovato senso del gol di un Quagliarella sempre più profeta in patria, vista la facilità con cui ha trovato il gol da quando ha lasciato Napoli. Sembra invece essersi ritrovata la Fiorentina, che in una sola notte mette a segno più gol di quanti ne era riusciti a segnare nei cinque match di campionato precedenti, mentre diventano 7 i gol subiti dall’Inter nell’arco di una settimana: la vittoria, seppur sofferta, contro il Qarabag è rimasta qualcosa di simile a un fuoco di paglia, visto che Mazzarri sembra aver smarrito la strada da far seguire ai propri ragazzi per dare la caccia al terzo posto, o se volete al primo posto della nostra A2.

Nel frattempo prosegue la corsa della Sampdoria, che dopo il pareggio iniziale acciuffato a Palermo oltre il 90° sembra saper solo vincere: anche l’Atalanta viene ipnotizzata dalla rete che Mihajlovic ha composto, e forse anche dagli esorcismi e le scherzose macumbe lanciate dal patron blucerchiato Ferrero direttamente dalla tribuna di Marassi; poi ci pensa ancora Gabbiadini, l’eroe del primo derby stagionale, a mettere a segno il gol da tre punti e a far esplodere il popolo doriano. E poi c’è il Milan, che continua a balbettare, continua ad avere problemi in difesa e nel filtro a centrocampo, ma con due tiri mancini di Muntari e soprattutto di Honda porta a casa tre punti fondamentali, accorciando le distanze da chi al momento guida la classifica degli “altri”, per l’appunto la Doria.

Riprende a marciare il Verona che stende il Cagliari con un pugno da ko di Tachtsidis nel finale, si ferma l’Udinese colpita da un clamoroso torto arbitrale quando la vittoria contro il Cesena sembrava ormai in cassaforte, e rialza la testa anche il Genoa, che ritrova i gol di Matri e scopre finalmente gli incantesimi di quel genietto che risponde al nome di Diego Perotti, e che nella scorsa annata ha contribuito in larga parte al trionfo del Siviglia in Europa League. Mentre la situazione in coda inizia a farsi drammatica, anche se il tempo per rimediare non manca.

Il Sassuolo ritrova Berardi, torna a fare gol ma continua a subirne troppi quando gioca lontano dal Mapei Stadium: dopo i sette gol presi dall’Inter, ne arrivano ben tre dalla Lazio, altra squadra in netta via di guarigione e che ha messo a segno sette reti nel giro di una settimana. Inizia a essere drammatica la situazione del Palermo, che a proposito della voce “reti subite” ne deve appuntare ben 10 nel giro di altrettanti giorni: tre a Napoli, ben quattro dalla già citata Lazio, e ieri altre tre da un meraviglioso Empoli, che quando può godere di spazi in fase offensiva può mettere in mostra i propri gioielli più preziosi, come l’accoppiata di giovani rampanti Pucciarelli-Verdi e l’evergreen Massimo Maccarone, il quale continua a segnare e a far sognare. Male, anzi malissimo anche il Parma, che da quando ha perso l’estro di un Biabiany costretto a restare defilato per i noti problemi al cuore sembra aver perso la retta via, e ieri ha concesso anche il fattore campo al Genoa.

Così, il campionato degli “altri” inizia a definire le proprie gerarchie dopo appena un mese dedicato alle partite, alla conferma o alla smentita dei pronostici, e all’accettazione di una realtà che vede due squadroni in corsa per il tricolore, e altri diciotto pronti a giocarsi i traguardi intermedi. Con buona pace di chi ambiva a un campionato più equilibrato, un campionato per tutti.