2014
Il Re che ha spodestato il Conte Dracula
Il suo sinistro nella storia del calcio romeno: Gheorghe Hagi
10 E LODE GHEORGHE HAGI – La Romania, si sa, è conosciuta in tutto il mondo per quella storiella del Conte Dracula scritta dall’irlandese Bram Stoker. Un romanzo che ha poco a che vedere con la leggenda che narra delle gesta del sanguinario Re che partito dall’est è riuscito a far cadere le sue vittime sotto gli inesorabili colpi del suo piede sinistro: Gheorghe Hagi, colui che ha fatto la storia del calcio romeno strappando a suon di gol il record di realizzazioni con la maglia della Nazionale. Un numero 10 che, senza temere paletti o croci benedette, è riuscito a far crollare gli avversari di mezza Europa mostrando a tutti l’indiscusso talento condizionato però dai suoi comportamenti non sempre da incorniciare. Come quando agli Europei del 2000 fu autore di un’entrataccia che per poco non spezzò la gamba ad Antonio Conte, con l’ex centrocampista e attuale commissario tecnico dell’Italia che non lo ha mai perdonato. Come lui, del resto, non ha mai perdonato quelli di France Football. Sì, perchè al Pallone d’Oro ci teneva tanto, tantissimo. Così tanto che, a distanza di anni, il rammarico per non averlo vinto è rimasto intatto. Ma a lui, per diventare Re, non è servita l’incoronazione ufficiale.
LA CARRIERA – Gheorghe Hagi è nato a S?cele (Romania) il 5 febbraio 1965. Il fantasista ha cominciato a farsi notare tra le giovanili del Luceaf?rul Bucarest e del Farul Costanza, squadra che all’età di 17 anni lo ha lanciato poi nel calcio professionistico. Dopo un solo anno viene ingaggiato dallo Sportul Studen?esc, una delle squadre più antiche del campionato romeno che riesce a dare al giovane talento la giusta visibilità. In tre stagioni, nella quale colleziona 107 presenze siglando 58 reti, riesce infatti ad attirare l’attenzione della prima vera big: la Steaua Bucarest. E i suoi numeri sono sensazionali: in campionato riesce a siglare infatti ben 76 reti in 97 partite, e per poco non sfiora l’impresa. La squadra romena, trascinata dal trequartista, riesce a raggiungere la finale di Coppa dei Campioni 1988/89, perdendo però malamente contro il Milan per 4-0. Ma l’anno dopo per il Maradona dei Carpazi arriva il definitivo salto di qualità. Per lui si aprono le porte del Real Madrid, la squadra più gloriosa del mondo rimasta abbagliata dalle sue qualità. Ma in Liga non riesce a convincere del tutto, e dopo soli due anni per lui giunge l’ora di cambiare aria. Nel 1992 passa infatti alla corte del Brescia, anticipando così le successive venute di altri due grandi talenti come Guardiola e Roberto Baggio. Con le Rondinelle colleziona 61 presenze in Serie A siglando 15 reti in due stagioni, e nel 1994 decide di ritornare in Spagna per la seconda opportunità. E’ il Barcellona a volerlo a tutti i costi ma, proprio come con i Blancos, Hagi non riesce ad esprimersi al meglio. Così, all’età di 31 anni, decide di affrontare un’avventura tutta nuova. Per lui c’è il Galatasaray che gli permette di rivivere una nuova giovinezza. Con il club turco ritrova la continuità persa siglando 59 reti in 132 presenze e collezionando titoli su titoli prima di appendere le scarpette al chiodo nell’estate 2001. E, durante la sua carriera, il Re dell’est Europa è anche riuscito a mettere qualcosina in bacheca: due coppe di Romania, due Supercoppe Uefa, due Supercoppe di Spagna, quattro campionati di Turchia, una coppa e due supercoppe di Turchia e una Coppa Uefa.
UN RE IN PANCHINA – Hagi è stato protagonista assoluto anche con la maglia della Romania con la quale ha esordito all’età di 18 anni. Ancora oggi detiene, insieme ad Adrian Mutu, il record di reti segnate con la Nazionale (35 in 125 presenze). Per ben sei volte, inoltre, ha vinto il premio come miglior giocatore romeno dell’anno e a fine carriera è stato nominato il giocatore romeno più forte del secolo. Ma il Maradona dei Carpazi non si è fermato al calcio giocato. Per il leggendario Re si sono subito aperte le porte della panchina della Nazionale, anche se per soli sei mesi. Poi Bursaspor, Galatasaray (con la quale vince una Coppa di Turchia da allenatore), Timisoara, Steaua Bucarest e ancora Galatasaray. Per poi finire, nel 2014, a ricoprire il ruolo di vice-allenatore Viitorul Costanza, con in mezzo un breve periodo di pausa nella quale ha preferito dedicarsi alla gestione di un albergo sul Mar Nero rifilando un clamoroso due di picche alla Federazione romena che lo rivoleva alla guida della Romania nel 2011. Insomma, una leggenda che continua a far parlare di se anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo, un Re capace di scrivere righe indelebili nelle pagine del calcio. Un pò come Bram Stoker, ma raccontando soltanto delle magie del suo mancino.