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Dieci fenomeni di Football Manager che in realtà non lo erano

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Da Adu a Mascio, da Vanden Borre a Samba: quante volte avete preso fenomeni che in realtà erano brocchi?

FOOTBALL MANAGER – Ci sono le droghe non consentite dalla legge e quelle che invece droghe nemmeno sono ma danno ugualmente assuefazione senza che un individuo possa accorgersene in tempo, una di queste è Football Manager. Chiunque ami il calcio ha giocato almeno una volta o a Scudetto o all’evoluzione Football Manager, molto probabilmente la saga manageriale per computer migliore di sempre e forse anche il miglior videogioco calcistico mai esistito. Se anche voi avete visto crollare i vostri voti sul libretto universitario per la scalata Champions col Piacenza, se avete rotto la tastiera per un gol al 93′ in Bury – Lincoln, se in un dato periodo della vostra vita avete passato più tempo con l’avatar di Mirko Gasparetto che con la vostra fidanzata, allora sapete già di cosa stiamo parlando. La cosa più bella di FM è che ognuno di voi è diventato osservatore, magari perché aveva visto Verratti o Vidic o Cazorla prima di chiunque altro o perché nel 2005 aveva preso Messi al Newcastle. Detto questo, quante volte vi è capitato di trovare illustri carneadi da trenta gol a stagione? E quante volte questi giocatori sono sfondati nel calcio vero? Abbiamo selezionato per voi i dieci più grandi fenomeni di Football Manager che però poi nella vita reale non hanno lasciato il segno. E’ stato complicato, ma siamo sicuri che dopo aver letto questo articolo avrete voglia di riportare il Taranto in Serie A.

10. ANTHONY VANDEN BORRE – A dire il vero Vanden Borre non ha fatto una brutta carriera in realtà, anche se Football Manager – da sempre molto realistico ma in certi casi ci va un po’ troppo pesante con il Tavernello – lo aveva messo alla stregua di Kompany. A Scudetto 2004 quando si iniziava una carriera era quasi obbligatorio andare nell’Anderlecht a scovare i due talenti belgi per prenderli a un prezzo irrisorio; Vanden Borre veniva via quasi a zero e molto spesso rendeva di più dell’attuale centrale del Manchester City, tra i migliori al mondo. Vanden Borre invece è stato convocato all’ultimo mondiale ma in pratica ha fallito in tutte le squadre in cui ha giocato, specialmente a Firenze (Corvino precursore di Football Manager) e a Genova.

9. MASCIO – Mascio è un centrocampista brasiliano nato in Italia e convocabile per entrambe le nazionali. Classe 1991, giocava nella Cisco Roma ed era un regista perfetto: grande senso della posizione, piede fatato e chirurgico su punizioni e rigori, capace di andare in doppia cifra da fermo ogni stagione. Velocità discreta per il ruolo, a inizio carriera a Football Manager 2009 costava poco più di duecentomila euro, un affarone. C’era solo un piccolo problema: Mascio non è mai esistito. Non era un regen offerto dal computer in corso d’opera, Mascio si poteva trovare nella prima versione di FM09 ed era un portentoso fenomeno. Ma se poi si cerca Mascio su Google, ecco che di calciatori del genere non esistono, a meno che la Cisco non ci voglia tener segreto qualcosa. Della stessa risma anche il portoghese Tò Madeira, fortissimo ma mai comparso nella vita vera su un campo da calcio.

8. SHERMAN CARDENAS – Football Manager ha sempre un occhio di riguardo per i giovanissimi, quindi quando questo Cardenas ha esordito in prima squadra a sedici anni con l’Atletico Bucaramanga, nella sede della Sports Interactive già si fregavano le mani. Colombiano classe 1989, in Football Manager 2008 era un vero e proprio craque acquistabile per qualche spicciolo: poteva giocare sia come mezza punta che come trequartista esterno (T D o T S o T DS per parlare nel linguaggio che più è consono) ma indovinate un po’ se in realtà ha sfondato? La risposta ovviamente è no, ha girato qualche squadra in Colombia e adesso gioca nell’Atletico Nacional. Leggenda narra che Cardenas e i suoi ammiratori abbiano dato la colpa del suo fallimento a Football Manager, che avrebbe accresciuto le aspettative su di lui.

7. FEDERICO LAURITO – Uno dei pregi della nascita della sezione “squadra affiiliate” in Football Manager era avere l’Udinese come sodale. Prendete Football Manager 2007 o 2008, quando nella Primavera friulana giocava l’argentino Federico Laurito, in pratica il nuovo Hernan Crespo. Già da giovanissimo segnava caterve di gol se lo si prendeva in prestito, poi esplodeva totalmente verso i 22 anni quando un trasferimento in una squadra di vertice era scontato, e anche lì gol su gol su gol. In realtà Laurito ha avuto una carriera calcistica molto simile alla sua omonima Marisa, non ha giocato molto in A ed è finito nel dimenticatoio in Ecuador al Barcelona di Guayaquil. Ciao Federico, insegna agli angeli a segnare quattro gol in un tempo alla Valenzana.

6. CHERNO SAMBA – Nato in Gambia, cresciuto in Inghilterra, tornato in Gambia: già da questo si capisce che la carriera di Cherno Samba ha avuto un andamento particolare, anche se magari voi a Championship Manager 2001 – quando ancora le partite non si vedevano nemmeno in 2D – lo avevate scovato 16enne dal Millwall e lo avevate portato con voi al Valencia o allo Stoccarda dove aveva iniziato a segnare in maniera vergognosa. Un bel torello questo Samba, punta dalla grande stazza e prolifica come non mai, peccato che tutto questo non sia avvenuto nella realtà. E’ Don Balon che porta sfiga con la sua classifica dei giovani più promettenti: Samba come molti altri non ha ripagato le attese e adesso è svincolato dopo l’ultima entusiasmante avventura nella sempre sorprendente terza divisione norvegese col Tonsberg.

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5. KERLON – Se a Football Manager 2006 l’esigenza era un T/AC, in pratica un trequartista in grado anche di fare la seconda punta, la risposta era una e una soltanto: dirigersi al Cruzeiro e pagare la clausola per prendersi Kerlon Moura Souza, also known as Foquinha per il suo modo di palleggiare con la testa. Esplosivo, fantasioso, prorompente, Kerlon era la gioia di ogni allenatore amante del 4-3-1-2 ed era una green card per le coppe europee, anche se giocava nell’Empoli. L’Inter si è fidata troppo di Football Manager e lo ha preso in realtà nel 2008 salvo poi prestarlo al Chievo. E’ andata male, Kerlon era una pippa abbastanza grande – un po’ come il coetaneo Lulinha – e adesso si barcamena nelle serie minori giapponesi. In camera ha lo screenshot di un suo gol in una finale di Champions League vinta dal Guingamp contro lo Schalke.

4. MARK KERR – Il nome forse non vi dirà molto, perché adesso incominciamo ad andare parecchio indietro nel tempo, ma vi basti sapere che è stato un idolo per tutti quelli che stavano passando dallo Scudetto con la cronaca scritta a quello con la grafica in 2D. Nato nel 1982, Kerr è stato un prodotto del vivaio del Falkirk, squadra scozzese conosciuta principalmente perché i manager di FM iniziavano le carriere andandola a saccheggiare. Kerr era distruttivo, una diga di centrocampo mai vista in un gioco manageriale e anche capace di impostare la manovra e attaccare oltre che difendere. Cuore della linea mediana di ogni fantamanager che si rispetti, Kerr a trentadue anni si sta dando da fare nel Queen of the South in patria. Per inciso ha tentato l’esperienza all’esterno all’Asteras Tripolis, ma nella vita vera non si può salvare prima delle partite e rigiocarle se vanno male.

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3. TONTON ZOLA MOUKOKO – Il Maradona di Football Manager, lo Zola più conosciuto dei videogiochi manageriali (ancor più di Gianfranco, sì, perché il sardo era difficile da comprare): Tonton Zola Moukoko è stato il primo amore di molti giocatori di FM. Championship Manager 2001 infatti partorì questa creatura svedese ma con passaporto ghanese, anche se in realtà era congolese, nelle giovanili del Derby County. Centrocampista centrale dotato di tecnica e qualità, Zola Moukoko veniva via con nemmeno un milione delle vecchie lire, concorrenza permettendo. Assist, creatività, gol e presenza costante in mezzo al campo facevano di Tonton il giocatore perfetto, tanto da essere stato usato dalla Sport Interactive come testimonial. Troppo triste pensare che Moukoko giochi nel Lidingo, quarta serie svedese, ma comunque sul web si trovano omaggi di vario genere al vecchio Tonton.

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2. FREDDY ADU – Il più grande bluff della storia del calcio, signore e signori. Freddy Adu, nato in Ghana nel 1989 (forse) e divenuto americano per via di una green card. Pelè, noto menagramo, lo aveva incoronato come suo erede e il DC United lo ha subito bloccato per farlo diventare una stella del futuro. E’ andata male, perché adesso il buon Fredua Korateng Adu è svincolato dopo le esperienze in Erasmus a Salonicco, Rize e Salvador. Se però lo avete messo sotto contratto quando a Scudetto 2003 era ancora tredicenne oppure lo avete comprato l’anno successivo dal DC, ecco che vi commuoverete ripensando ai suoi 20 gol in Serie C2 con la Florentia Viola a un’età in cui nemmeno si prende il motorino. Ha fatto più provini lui che la bionda maggiorata del Grande Fratello.

1. MAXIM TSIGALKO – per un giocatore di Football Manager o Championship Manager Tsigalko è come Lolita per Humbert Humbert, magari non fuoco dei propri lombi ma quasi. Maxim Tsigalko in realtà si chiamerebbe Maksim Cyhalka e ai tempi della Dinamo Minsk – stiamo parlando di Championship Manager 2001-02 – si comprava per un tozzo di pane e rendeva in maniera sbalorditiva, segnando pure cento gol a stagione, manco giocasse tutte le domenica contro l’Almeria. grazie a Tsigalko sono nate amicizie tra allenatori di Football Manager, su di lui sono nate e cresciute storie degne di Omero, il bielorusso Tsigalko è davvero il topos di FM e di questa saga. In realtà però non è andato più in là della prima serie bielorussa, non propriamente l’Eden, e adesso si è ritirato. A noi piace ricordarlo capocannoniere di Champions League con il Tricase.

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