2014
Vagabondo Tachtsidis: 7 club italiani prima di prendersi la scena
Lo diceva Galliani citando Venditti: Certi amori non finiscono mai, fanno dei giri immensi e poi ritornano
SERIE A HELLAS VERONA TACHTSIDIS – Classe 1991 e giunto in Italia nell’estate del 2010, Panagiotis Tachtsidis ha già messo piede in sette diverse squadre italiane: lo compra il Genoa dall’Aek Atene e lo manda subito in prestito al Cesena, poi Grosseto e le prime presenze, Verona, Roma, Catania e Torino prima di ritrovarsi ancora in Veneto.
GIRO D’ITALIA – Come in una tappa continua. In quattro anni il centrocampista greco ha messo piede in ben sette club italiani viaggiando di fatto alla media di due squadre l’anno: sempre in prestito o in comproprietà, con il cartellino posseduto dal Genoa per intero o per metà, ha dimostrato di sapersi esprimere al massimo soltanto con la maglia del Verona. E’ proprio nella stagione 2011-12 che nella serie cadetta si è segnalato come uno dei principali protagonisti della promozione veneta – e tra i migliori calciatori dell’intero torneo – ha poi toppato le chance avute in massima serie con le maglie di Roma (su precisa richiesta di Zeman), Catania e Torino salvo ritrovarsi oggi agli ordini di Mandorlini.
PARTENZA COL BOTTO – L’avvio di campionato è di quelli da stropicciarsi gli occhi: presenza fissa nello scacchiere tattico di un Verona ambizioso e confermato nei piani altissimi della classifica di Serie A, due gol ed un assist, su tutti l’exploit di una settimana fa proprio al cospetto dell’allenatore che più di tutti gli altri ha creduto in lui. Zdenek Zeman lo ha voluto alla Roma per affidargli le redini del centrocampo, Tachtsidis ha finito per essere fischiato sonoramente dalla platea giallorossa: il riscatto, gioco del destino, proprio in un Verona-Cagliari – con i sardi guidati dal tecnico boemo – in cui si è messo in mostra per lucidità nella regia e per il bolide che ha deciso un match stregato. Una partita in cui ha inscenato tutto il suo repertorio: visione di gioco ma allo stesso tempo fisicità, atletismo e sostegno ad entrambe le fasi di gioco, potente e preciso calcio dalla distanza che – qualora confermato – lo rende uno dei prospetti più solidi ed interessanti nel ruolo.
L’INTERPRETAZIONE DEL RUOLO – Nel corso della carriera Tachtsidis ha dovuto dimostrare una certa malleabilità per trasformarsi e plasmarsi in quello che è a tutti gli effetti oggi: un regista atipico. Nasce centrocampista offensivo ma l’imponente fisicità (193 centimetri per oltre 85 chili) e – va detto – una certa lentezza ne hanno ricalibrato il tiro: può rendere meglio da regista che invece in una zona di campo dove nel calcio moderno il passo la fa da padrone. Il centrocampista greco è l’emblema del buon materiale su cui lavorare: risulta tuttora incompleto ma le prospettive di crescita rendono il lavoro di chi è chiamato a guidarlo decisamente affascinante. Tra le mani un centrocampista dal futuro importante e – considerando l’indiscutibile personalità mostrata ad esempio a Roma contestato da una piazza calda come poche altre – potenziale leader: la stagione della verità può già essere quella in corso. Intanto a sperare è il Verona.