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2014

Una caduta che non preoccupa affatto

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La Germania campione del mondo perde in Polonia ma atterra su un porto sicuro

POLONIA GERMANIA QUALIFICAZIONI EURO 2016 – Quando a perdere sono i campioni del mondo in carica questa è già di per sé una notizia. Se poi a vincere la partita è la Polonia ed è un risultato che mai era accaduto prima nella storia quella che era una notizia diventa una notizia fragorosa: Milik e Mika a timbare il 2-0, a Varsavia vince la nazionale guidata dal ct Nawalka e la Germania campione torna momentaneamente sul pianeta Terra.

LAVORI IN CORSO – Joachim Loew ha giustamente provato ad innestare alcune soluzioni nuove rispetto all’armata che soltanto tre mesi fa si è imposta in terra brasiliana: forze fresche, i nuovi Rudy e Rudiger ad agire sulla corsia destra – il primo ha giocato nella sfida d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2016 contro la Scozia, ieri è sceso in campo dall’inizio il promettente esterno dello Stoccarda classe ’93 – e lo stesso Bellarabi lanciato titolare, promossi Durm e Kramer da comprimari a pedine oramai fisse nello scacchiere tattico dell’allenatore tedesco. Da sostituire punti fermi del calibro di Lahm (ritiratosi dalla nazionale dopo il successo mondiale), Khedira infortunato ed il recordman Klose.

E RICERCA DI SOLUZIONI – L’opzione del falso nueve, mutuata in pieno dal Bayern Monaco del guru Guardiola, proprio in Brasile ha convinto più quando utilizzata in corso d’opera che dal primo minuto: Mario Gotze gode di una tale intelligenza calcistica che unita al suo talento gli consente di fare tutto e bene, ma l’ennesimo infortunio di Reus toglie così imprevedibilità alla trequarti. Da qui l’impiego di un Bellarabi sì molto attivo ma piuttosto confusionario, in attesa del necessario rientro del fuoriclasse del Borussia Dortmund si necessita del miglior Draxler per garantire imprevedibilità ed efficacia: avrete notato come tanti dei profili indicati rappresentino a tutti gli effetti nomi nuovi e proprio per questa ragione è giusto concedere a Loew un ragionevole lasso di tempo prima di incappare in sgradevoli ed affrettati giudizi.

PERCHE’ LA GERMANIA HA POCO DA TEMERE – Il necessario percorso di ammodernamento e ricerca di varietà e soluzioni alternative alla macchina perfetta ammirata nel Mondiale sudamericano ha tutto il tempo di questo mondo: nei prossimi due anni la Germania sarà impegnata in un agevole cammino verso Francia 2016. Il nuovo campionato europeo a ventiquattro squadre da raggiungere in un girone eliminatorio in cui neanche a dirlo i tedeschi la fanno da padrone e possono agevolmente gestire la situazione: Irlanda, Polonia, Scozia, Georgia e Gibiliterra non priveranno la Germania di Loew di uno dei primi due posti. Dunque tempo a iosa per sperimentare: senza dimenticare che si riparte dai vari Neuer (’86), Hummels (’88), Boateng (’88), Kroos (’90), Khedira (’87), Ozil (’88), Muller (’89), Reus (’89), Schurrle (’90), il match winner del Maracanà Mario Gotze (’92) ed il neocapitano Schweinsteiger (’84) che se volete è l’unico attempato. Se così si può definire un trentenne. Insomma un asse fondante, un gruppo nella piena esplosione tecnica ed atletica della propria carriera: la Germania guarda avanti e si gode quello che ha costruito nell’ultimo quindicennio. Un arco di tempo in cui è sempre arrivata in fondo alle competizioni, quando non ha vinto ha saputo esaltare gli aspetti positivi e non scoraggiarsi per quelli negativi ripartendo sempre con piena cognizione di causa. Quella consapevolezza che ha portato al trionfo di Brasile 2014 e che promette un roseo futuro. Perchè questi qui le motivazioni le hanno a prescindere.

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