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2014

Italia esitante ma lavori in corso in tutta Europa

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L’elite europea non se la passa meglio: Conte ha il tempo per trovare le soluzioni giuste

QUALIFICAZIONI EURO 2016 MALTA ITALIA – I fatti: la nazionale italiana vince a Malta con uno striminzito 0-1 e resta in vetta al suo girone eliminatorio a punteggio pieno dopo tre gare disputate. Dando continuità alle vittorie ottenute in Polonia ed a Palermo contro il modesto Azerbaigian: a sorpresa di misura anche contro gli azeri, il risultato più convincente (0-2) è arrivato proprio di fronte all’avversario finora maggiormente strutturato.

IL CAMMINO DELLE ALTRE – Guardiamo per un attimo in casa delle altre big europee e valutiamone l’attuale percorso: nel gruppo A l’Olanda semifinalista di Brasile 2014 ha perso due delle tre gare disputate (sconfitte giunte contro le non irresistibili Repubblica Ceca ed Islanda) e si trova al terzo posto del suo raggruppamento staccata di ben sei punti dalla vetta occupata proprio dalle due nazionali che l’hanno battuta; nel girone B il più quotato Belgio ha preso parte a due gare pareggiandone una in casa della Bosnia; il gruppo C segna la caduta della Spagna in Slovacchia, iberici che poi si sono rifatti spazzando via i modesti Lussemburgo e Macedonia; il girone D è quello della Germania campione, già crollata sul campo della rivale Polonia; nel gruppo E l’Inghilterra – unica insieme all’Italia – è a punteggio pieno pur avendo sofferto in Estonia ben oltre il reale valore dell’avversario, lì dove solo un ricamo da punizione di Rooney ha evitato il peggio; i gironi F e G non annoverano nazionali d’elite o se vogliamo considerare tale la Russia quest’ultima ha collezionato due pareggi su tre gare disputate; il gruppo H è quello dell’Italia ed il raggruppamento I – unico a cinque squadre – vede il Portogallo fanalino di coda beffato tra le mura amiche dall’Albania.

TUTTO QUESTO PER DIRE… –  Che le altre compagini di rilievo non se la passano meglio: è vero, da un’Italia impegnata contro i non irresistibili Azerbaigian e Malta era lecito attendersi qualcosa in più sul piano della solidità del risultato come della qualità di gioco espressa, ma è altrettanto da riconoscere come in una fase di rodaggio sia altamente probabile incontrare difficoltà strutturali. Peraltro contro avversari che alle volte rinunciano di fatto a scoprirsi non concedendo spazi e limitandosi alla speranza di qualche improvvisato contropiede. Non basta, certamente non basta a motivare prestazioni irriconoscibili, ma il resto d’Europa racconta di un certo appiattimento del livello generale. O meglio di un recupero di competitività: non sono Azerbaigian e Malta a fare testo in tal senso ma possono corroborare un fenomeno che vede le big europee improvvisamente faticare contro nazionali dal calibro decisamente inferiore.

IL DIFETTO DI QUALITA’ – Per il resto la sensazione personale emersa sia dopo la vittoria di Oslo che di Palermo è fortemente confermata: a quest’Italia manca qualità negli ultimi metri. Il 3-5-2 oramai marchio di fabbrica di Antonio Conte non prevede per sue caratteristiche naturali l’impiego di trequartisti o mezzali offensive: la conseguenza scarica il peso della qualità tutto sulle spalle dei due attaccanti. Ossia il necessario quid di tecnica e talento dovrebbe essere incarnato da attaccanti che però – almeno quelli su cui Conte ha ad oggi puntato – hanno nel loro bagaglio tutt’altre caratteristiche. Bene Pellè nel primo tempo, bravo a timbrare il cartellino alla prima convocazione ma il suo repertorio è di fatto assimilabile alle dotazioni dei vari Immobile, Destro e Zaza. Con le dovute proporzioni calibrate sui valori di ognuno. Aspettando – chissà se a sproposito o meno – i vari Balotelli, Rossi, El Shaarawy, Insigne, Cerci, Osvaldo – la fantasia è tutta nei piedi di Giovinco. Che non ha caso, subentrato a gara in corso, ha avuto un impatto considerevole nei primi passi dell’era Conte: primi passi appunto, diamo tutto il tempo necessario ad un tecnico i cui risultati parlano da sé. La nazionale non è un club proprio perché non gode degli stessi tempi e dunque dei medesimi ingranaggi: work in progress, ma se nei lavori in corso i punti accumulati sono nove sui nove a disposizione… beh, poco male si direbbe.

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