Immobile: «Italia, possiamo fare di più» - Calcio News 24
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Immobile: «Italia, possiamo fare di più»

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L’attaccante tra Borussia Dortmund e Nazionale

ITALIA BORUSSIA DORTMUND IMMOBILE – Non si guarda indietro Ciro Immobile, che da quattro mesi è un calciatore del Borussia Dortmund. Nessun rimorso o pentimento per l’attaccante, che ha conquistato la maglia da titolare nella Nazionale e pregusta un Europeo da protagonista con Antonio Conte: «E’ un martello, un perfezionista che non lascia nulla al caso. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui a Siena e vi assicuro che pretende il massimo da tutti, dalla stella della squadra al magazziniere. Anche se ha meno tempo per curare alcuni dettagli, sfrutta alla perfezione quei pochi giorni che ci vediamo. Per lui parlano i risultati, ma non bisogna sedersi. L’Italia dopo l’ultimo Mondiale deve dimostrare di avere fame di vittorie sempre. Possiamo fare di più rispetto alle ultime due gare, ma la strada è quella giusta», ha dichiarato Immobile al Corriere dello Sport.

IN BRASILE – Del resto all’Italia non mancano i margini di miglioramento. Cesare Prandelli è ormai alle spalle, ma Immobile dribbla i commenti, avendolo vissuto nell’ultimo mese di lavoro con la Nazionale. Del flop ai Mondiali, però, il calciatore campano ha parlato: «Dopo la prima vittoria ci siamo un po’ persi. Probabilmente, anche se ce lo avevano detto, nessuno di noi si aspettava quel clima e ci siamo innervositi. Io stesso, che faccio della corsa il mio gioco, andavo meno forte del solito e non so spiegarmi il perché. Balotelli? Mario è un ragazzo divertente e non ho mai avuto problemi con lui. Come giocatore ha molto talento: non per niente, anche se siamo coetanei, lui ha molte più presenze di me in Nazionale. Sono convinto che farà bene al Liverpool».

CRESCITA – Immobile è la fotografia dell’italiano che fugge all’estero, come lo stesso Balotelli, ma anche Cerci e Verratti. Lui però non la vive come una sconfitta per il calcio italiano: «E’ un arricchimento perché non è che all’estero giochiamo… in serie B: siamo tutti in grandi club, con strutture professionistiche di eccellenza alle spalle. E in Champions facciamo l’esperienza che in azzurro servirà: all’ultimo Mondiale nel nostro gruppo pochi avevano esperienze nelle coppe europee».

IL DUELLO – Immobile ha evitato di soffermarsi sulle polemiche post JuventusRoma, preferendo lanciare un messaggio diverso: «Gli errori dell’arbitro fanno arrabbiare ma ci stanno. Noi calciatori dobbiamo essere bravi a reagire, a non farci innervosire. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei tifosi e dobbiamo essere d’esempio. Tanto alla fine, che uno protesti o no, la decisione rimane la stessa. Bene puntare su Allegri? Non ho mai lavorato con lui, ma penso di sì, mi pare che Allegri sia l’unico di tutti e 20 i tecnici della A ad averlo conquistato. Totti? E’ un esempio per ogni giocatore: per essere ancora decisivo a quell’età non ci vuole solo talento, ma anche lavoro. Tanto lavoro».

SCELTE E OBIETTIVI – Partito un po’ a rilento in Germania, Immobile coltiva il desiderio di diventare capocannoniere anche in Bundesliga. E il Borussia Dortmund rappresenta per lui la soluzione migliore: «Volevo fare un’esperienza all’estero e in Champions. Poi i tifosi: mi avevano detto che sostenevano sempre la squadra, ma non pensavo così! Alla Juve sarò sempre grato per avermi cresciuto e per avermi lasciato andare quando abbiamo avuto esigenze diverse. Sul piano personale sono abbastanza soddisfatto anche se so di poter dare di più. La squadra però deve chiaramente migliorare la sua posizione in classifica in campionato. Klopp? Fa lavorare tantissimo in allenamento, come Zeman, ma niente paragoni. Sa sorridere ed essere informale, ma vi assicuro che è molto esigente e che non risparmia “strigliate”».

I GRANATA – L’attaccante però non ha dimenticato gli ex compagni del Torino: «Mi sento con quelli che trovo in Nazionale e con Padelli. Quando posso guardo le partite perché in Italia tifo per il Toro. Sono rimasto legato ai ragazzi e mi spiace abbiano avuto un inizio poco brillante, ma si riprenderanno. Giocare su due fronti non è semplicissimo».

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