2014
Del Piero: «Spirito Roma, Juve in ritardo»
L’attaccante sul futuro: «Devo capire il ruolo più adatto a me»
DELHI DYNAMOS DEL PIERO – Impegno costante per Alessandro Del Piero in India, dove si è trasferito dopo l’esperienza in Australia. L’attaccante giramondo ha avuto un impatto fortissimo con la nuova realtà, che gli ha fatto toccare quotidianamente la povertà, spingendolo a comprendere e domandare senza pregiudizi. Intervistato da La Gazzetta Sportiva, l’ex capitano della Juventus, diventato ambasciatore del calcio indiano, ha raccontato la sua nuova vita dopo la firma per i Delhi Dynamos e l’avventura tra religioni e abitudini diverse: «Sono orgoglioso del ruolo avuto dalla nuova Lega. In India non esistono i settori giovanili e l’idea di un campionato simile a un Mondiale, tre mesi e gare quasi ogni giorno, serve proprio a incentivare il calcio partendo dalle basi. Un modo anche per dare speranza attraverso lo sport in un posto dove le opportunità spesso affogano in un mare di problemi. Non è poco come obiettivo», ha spiegato Del Piero, che per la prima partita casalinga è entrato in un stadio riempito da 40 mila persone.
“TALENT SCOUT” – Il calcio in India, dunque, ha una buona presa, ma il futuro è difficile da decifrare per l’attaccante, che ha evidenziato anche la riverenza ed il timore nei suoi confronti da parte dei più giovani: «Spetta a me fare tre passi verso di loro. Non basta un cinque o una pacca sulla spalla. Possono migliorare molto e cerco di insegnargli ogni giorno qualcosa di utile. La soddisfazione maggiore è vederli crescere. Nei loro occhi leggo attenzione e gratitudine. Bella sensazione». Da fantasista a cacciatore di talenti in India, il passo potrebbe essere breve per Del Piero, che ha sottolineato però i ritardi del movimento e la necessità, dunque, di lavorare in tal senso.
OBIETTIVI – Del Piero, però, non ha perso la voglia di far bene e vincere ed, infatti, vuole conquistare i playoff con i Delhi Dynamos: «Siamo una squadra nuova e in rodaggio, ma dalle basi buone. Staff professionale e giocatori vogliosi di far bene. Dopo le prossime trasferte avrò più elementi per capire dove possiamo arrivare», ha affermato Pinturicchio, che ha poco tempo libero e, quindi, lo sfrutta per conoscere le tante sfumature del Paese. Un Paese che sta conoscendo da solo, perché la sua famiglia è rimasta in Italia, perché «i figli sono troppo piccoli per farli venire qui, sarebbe complicato spiegargli certe cose. Lo farò quando saranno più grandi: certe immagini valgono più di mille rimproveri».
I GIALLOROSSI – Dall’India, però, Del Piero continua a seguire il calcio italiano e, dunque, non ha perso di vista il passo falso della Roma in Champions League contro il Bayern Monaco, che considera un episodio “straordinario”, nel senso che può capitare ogni tanto: «Il Bayern è stato devastante e concreto, ma in quella partita ho visto un segnale positivo dei giallorossi. Una mentalità vincente nel momento più buio. La Roma è riemersa nel secondo tempo come se fosse 0-0, creando occasioni e lottando su ogni pallone. Un allenatore pronto ad assumersi le responsabilità della disfatta e un pubblico che ha applaudito la squadra. Ho pensato, cavolo questo è lo spirito giusto per fare il salto di qualità».
I BIANCONERI – L’attenzione si sposta poi sulla sconfitta della Juventus contro l’Olympiacos, che ha offerto spunti per analizzare la crescita europea del suo ex club: «Come club ha fatto alcune mosse giuste, tipo lo stadio di proprietà. Ma rispetto alle società inglesi, spagnole o tedesche quanti anni di ritardo ha accumulato? La Juve in Italia è reduce da un trittico di scudetti che significa tanto, ma le manca ancora un gradino per arrivare al pari di quelle 5 o 6 squadre che possono conquistare la Champions. A volte per salire questo gradino occorrono anni, ed è molto difficile da fare. Certo, se la Juve dovesse mancare la qualificazione agli ottavi sarebbe un fallimento per tutto il calcio italiano, ma ha i mezzi per ribaltare una classifica insufficiente».
FUTURO DA DECIFRARE – Inevitabile poi il riferimento al salto in Nazionale di Antonio Conte, che Del Piero ritiene l’uomo giusto per creare spirito di squadra e fondamenta concrete. Il ct dell’Italia, però, secondo l’attaccante avrà bisogno di tempo, essendo all’inizio del suo percorso. Dribbling, invece, sulla “crisi” di Mario Balotelli, a cui augura di ritrovarsi nel calcio inglese, e sul futuro, anche se Del Piero non esclude di fare l’allenatore da “grande”: «Vivo giorno per giorno. Fino a qualche stagione fa avrei detto sempre di no. Ora capisco quanto possa essere affascinante, ma non è una priorità. Certo, osservo con curiosità e ammirazione il percorso dei vari Inzaghi, Gattuso, Cannavaro, Materazzi, Zambrotta oppure Grosso con i giovani. Devo capire qual è il ruolo più adatto a me. C’è ancora tempo per farlo».