2009
Inter, Mourinho: “L’Italia non mi ama”
Mentre parla in sala stampa dopo il trionfo, Josè Mourinho riceve valanghe di sms di complimenti. Chi ti manda i messaggi, Josè? “Tante persone. L’ultimo mi arriva da Pietro Mennea, pensate un po’…”. Siete amici? “Sì, certo”. E’ dolce la notte a Stamford Bridge per The Special One. E’ la sua vittoria. E’ la vendetta, tremenda, sul Chelsea di Roman Abramovich e su Carlo Ancelotti. Ma Mourinho scansa i complimenti, e subito si fa amaro: “E’ un successo importante e bellissimo, in quella che è stata la mia casa, contro i miei ex giocatori e il mio ex pubblico. Ma non credo che l’atteggiamento dell’Italia nei miei confronti cambierà . Anzi, non cambierà niente”. Josè gira i complimenti a tutta l’Inter: “Non è solo la mia vittoria, nè è la vittoria della mia vita: non è questo il successo che voglio ricordare nella mia carriera, spero ce ne saranno altri. Piuttosto è la vittoria dell’Inter, in tutte le sue componenti. Dei giocatori, quelli che c’erano e quelli che sono rimasti a casa. Dello staff medico. Del presidente e dei dirigenti. Dei tifosi che ci hanno seguito fin qui, di quelli che hanno sofferto davanti alla tv”.
Quanto ai giocatori che sono rimasti a casa, è facile andare col pensiero a Mario Balotelli, escluso dalla trasferta dopo una brutta lite con Mourinho alla vigilia. E’ lui, SuperMario, l’unico grande sconfitto della serata di Londra. A tal proposito, Mourinho chiarisce come stanno le cose, senza mai nominare Balotelli: “Sappiate che per un allenatore la cosa più importante è avere la squadra al proprio fianco. Se hai i giocatori con te, puoi andare sui campi di tutto il mondo senza problemi. Se invece non li hai al tuo fianco, puoi anche andartene a casa perchè non combinerai niente di buono. Ebbene, i giocatori dell’Inter sono con me, con tutta l’anima. Sanno perchè ho preso una certa decisione e la condividono. All’Inter il gruppo è unito, e non c’è bisogno di cambiare atteggiamento solo perchè c’è qualcuno che non si trova bene con noi. Chi è in questa situazione è obbligato a cambiare atteggiamento, e a cambiare strada. Perchè la strada è tracciata e non è il gruppo a dover cambiare direzione, semmai deve cambiarla chi è fuori dal tracciato”. Insomma, c’è ancora spazio per il perdono, a patto che il ravvedimento di Balotelli sia totale, e sincero. Altrimenti, visto che la squadra la pensa in un solo modo, Mario rimarrà ancora fuori. Valgono, per tutti, le parole del capitano, Javier Zanetti: “C’è bisogno di tutti, di lui per primo. Se ha visto questa sera la partita, ha capito come stare dentro a questo gruppo. E’ questa l’unica maniera. L’esclusione? Credo sia stata una scelta tecnica, come ci ha spiegato il mister”.
Il mister esce da Stamford Bridge a testa altissima. Ha battuto due volte il “suo” Chelsea, ha restituito una grande dimensione internazionale a un club che cerca il suo spazio in Europa da decenni, ha vinto la partita di ritorno grazie alle giocate di due “scarti” delle grandi di Spagna: Sneijder scaricato dal Real Madrid ed Eto’o allontanato dal Barcellona. Un trionfo pieno, completo. Ora sotto coi quarti di finale, per tenere ancora la testa alta, altissima. Dopo una notte così, altre notti fanno meno paura.
Fonte: repubblica.it